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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Ccsvi e Sclerosi Multipla: la ricerca deve continuare

“L’attività di ricerca ha l’obbligo di cercare di capire le cause di tutto ciò – conclude il professor Zamboni -. La scienza ha gli strumenti per puntare a capire quali siano le cause della CCSVI. Dopo di che saremo nelle condizioni che potrebbero permetterci di prevenire, prima, e di bloccare, poi, questa malattia. La parola d’ordine di tutti noi è quindi: Continuare la ricerca!”.Bologna, 23/07/2014 A seguire, il secondo e conclusivo Comunicato Stampa emesso dalla Fondazione Il Bene e riferito al Convegno scientifico organizzato a Cortina d’Ampezzo nell’ambito dell’incontro “Verticale Solidale 2014“. CCSVI E SCLEROSI MULTIPLA: LA RICERCA DEVE CONTINUARE! Il primo intervento è stato quello del professor Paolo Zamboni, Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’azienda ospedaliero universitaria S. Anna di Ferrara: “Limiterò il mio intervento all’ultimo lavoro scientifico che abbiamo pubblicato ( http://mediterranews.org/2014/06/ccsvi-di-zamboni-struttura-delle-valvole-difettose-delle

Sclerosi Multipla: si può valutare l'andamento della terapia con interferone

 Valutare la risposta alla terapia con interferone beta nei pazienti con Sclerosi Multipla? Oggi si può, partendo da un semplice prelievo di sangue, un test di biologia molecolare eseguito agli Spedali Civili di Brescia, il quale permette di ottenere informazioni sul rischio di peggioramento clinico dei pazienti con sclerosi multipla in trattamento con interferone beta. La sclerosi multipla, malattia del Sistema  Nervoso Centrale determinata da un’attivazione anomala del sistema immunitario, colpisce soprattutto giovani adulti, nei quali è la seconda più frequente causa di disabilità acquisita. Per questo motivo, ha un forte impatto sociale ed economico, mitigato in parte dalla terapia che modifica l’attività immunitaria, che pur essendo in grado di rallentarne la progressione, non è una cura definitiva. Tra questi farmaci, l’interferone beta determina una parziale riduzione dell’attività infiammatoria, diminuendo le lesioni del sistema nervoso centrale e rallentando lo sviluppo di dis

Sclerosi multipla, da un fattore di trascrizione una potenziale terapia

Articolo del 21 luglio 2014 L’attivazione di uno specifico fattore di trascrizione, chiamato SOX10, potrebbe portare a una svolta nel trattamento dei pazienti colpiti da sclerosi multipla (SM). La scoperta è stata compiuta dai ricercatori dell’Università di Buffalo, nello Stato di New York, che hanno identificato un componente della biochimica umana che può essere paragonato a un interruttore e che agisce sullo differenziazione delle cellule staminali in oligodendrociti. Queste sono le cellule nervose che hanno il compito di produrre la mielina, sostanza che avvolge i nervi e che viene distrutta dalle reazioni autoimmunitarie tipiche proprio della sclerosi multipla. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Pnas (Proceedings of the national academy of sciences) lo scorso 30 giugno. La SM è una malattia neurologica cronica caratterizzata da un funzionamento irregolare del sistema immunitario che, per cause non ancora determinate, avvia un attacco contro le stru