Passa ai contenuti principali

Marijuana per uso terapeutico, ai domiciliari donna malata di sclerosi multipla



Una 41enne di Sezze si era procurata 98 grammi di foglie di cannabis per lenire le sofferenze dopo aver visto una puntata delle Iene. E' finita sotto processo davanti al Tribunale di Latina per detenzione ai fini di spaccio, e la sua richiesta di un provvedimento alternativo alla detenzione è stato respinto



Per una donna di 41 anni di Sezze – provincia di Latina – la sclerosi multipla era diventata insopportabile. Guardando una puntata delle Iene era spuntata la possibile cura, o almeno un qualcosa che poteva rendere meno pesante: la malattia: le foglie di marijuana. Aveva provato a chiedere la prescrizione al medico curante, ma nulla da fare, lui era contrario. Senza perdersi d’animo la donna si era procurata da sola le piantine preziose, usandole quando la malattia le rendeva la vita impossibile. Alla fine si è trovata a vivere l’incubo di un processo, ancora in attesa di sentenza, al tribunale di Latina, e degli arresti domiciliari, dopo che una richiesta di provvedimenti alternativi è stata respinta. Per i magistrati quei 98 grammi di erba altro non era che “detenzione ai fini di spaccio”. La mancanza della prescrizione medica è stata fatale per la donna, anche se ormai in moltissimi casi la cannabis è utilizzata nei casi di sclerosi multipla per diminuire il dolore, senza ricorrere continuamente al cortisone.

Lo scorso gennaio un’altra donna di 36 anni affetta da sclerosi multipla, Maddalena Migani, ha lanciato una petizione su change.org per liberalizzare la cannabis, almeno per fini terapeutici: “La cannabis potrebbe essere venduta in farmacia come lo si fa con tantissimi altri fitoprodotti – scriveva sulla petizione – o erbe medicinali. I tempi sembrano maturi per affrontare questa questione in maniera più matura e senza faziosi luoghi comuni“. Una petizione che ha raccolto fino ad oggi quasi sessanta mila firme. Un atto che eviterebbe processi inutili e paradossali, come quello che ha portato alla condanna della donna di Sezze.




A 41 year-old Sezze had procured 98 grams of herbal cannabis to alleviate the suffering after watching an episode of hyenas. It 's over on trial before the Court of Latin detention for the purpose of trafficking, and its demand for a measure alternative to detention was rejected 



For a woman of 41 years of Sezze - Province of Latina - multiple sclerosis had become unbearable. Watching an episode of hyenas had ticked off the possible cure, or at least something that could make it less heavy: the disease: the leaves of marijuana. She had tried to ask for the prescription to the doctor, but nothing to do, he was against it. Undaunted she had procured from only the precious seedlings, using them when the disease made ​​her life impossible. Eventually it was found to live the nightmare of a process, still awaiting judgment, the court in Latin America, and the house arrest, after a request for alternative measures was rejected. For those judges 98 grams of grass was none other than "detention for the purpose of trafficking." The lack of a prescription was fatal for the woman, even if they are in many cases the cannabis is used in cases of multiple sclerosis to reduce the pain without resorting to cortisone continuously. 

Last January, another 36 year old woman suffering from multiple sclerosis, Maddalena Migani, has launched a petition on change.org to liberalize cannabis, at least for therapeutic purposes: "The cannabis could be sold in pharmacies as it does with many other Phyto - wrote on the petition - or herbal medicines. The time seems ripe to address this issue in a more mature and without partisan platitudes. "A petition that has gathered up to now almost sixty thousand signatures. An act that would avoid unnecessary processes and paradoxical, like the one that led to the conviction of the woman Sezze.

Commenti

Post popolari in questo blog

Rebif: reazioni avverse

I pazienti devono essere informati sulle più frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome si mil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono più evidenti all’inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravità con il proseguire del trattamento. Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l’uso dell’interferone. I pazienti in trattamento con Rebif devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l’eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rebif e trattati in modo approp

Sclerosi multipla: registro dei farmaci neurologici sottoposti a monitoraggio

Linee Guida 2012 Tysabri clicca qui per scaricare (PDF) Modifiche Gilenya 4 giugno 2012 su Gilenya clicca qui per scaricare (PDF) Nuovi controlli sulla scheda di Eleggibilità/Diagnosi (30 aprile 2012) su Gilenya clicca qui per scaricare (DOC) nota informativa importante del 30 aprile 2012 su Gilenya comunicato stampa Ema Gilenya 30 aprile (PDF) comunicato stampa 23 aprile 2012 comunicato stampa Ema Gilenya (PDF) Avviso modifica scheda Diagnosi Gilenya (fingolimod) del 16/03/2012 Scarica messaggio circolare Nota Informativa Importante su Gilenya (fingolimod) del 30/01/2012 Scarica la nota Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Faq Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Sicurezza Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicazione AIFA del 16/01/2012 sulle schede Gilenya Comunicato schede Gilenya 2 Comunicazione AIFA del 07/12/2011 sulle schede Gilenya Comunicato s

Le complicanze da puntura lombare (rachicentesi)

La rachicentesi è la metodica necessaria per poter eseguire esami diagnostici sul liquor cerebrospinale, cioè il liquido che normalmente circola nel midollo spinale e nel cervello. Tecnicamente consiste nell’introdurre un ago di adeguate dimensioni, circa 10 cm. di lunghezza, nello spazio vertebrale compreso tra le strutture posteriori di una vertebra (le lamine vertebrali) e quelle anteriori, ovvero la superficie posteriore dei corpi vertebrali. Tale è lo spazio peridurale in cui è contenuto il cosiddetto sacco durale che è una propaggine dell’involucro durale che avvolge il midollo spinale. Il sacco durale si prolunga fino alle prime vertebre sacrali, mentre il midollo spinale “si ferma” a livello dell’ultima vertebra dorsale, la 12°. Per tale motivo la puntura del sacco durale per “estrarre” il liquor in esso circolante viene praticata,in genere, tra la 3° e la 4° vertebra lombare. Per motivi che esulano da questa comunicazione, la puntura per il prelievo di liquor può essere f