04-Aprile-2014
VERONA - Un lavoro durato 7 anni da parte di un gruppo di ricerca guidato da Gabriela Constantin, docente di Patologia generale del Dipartimento dell'Università di Verona, ha portato alla scoperta che una proteina (la Tim-1), utile sotto alcuni aspetti, può essere causa anche di molte malattie infiammatorie autoimmuni, tra le quali la sclerosi multipla, il lupus, l'artrite reumatoide, la psoriasi e il diabete mellito. Lo studio è già stato pubblicato negli Stati Uniti.
«Non sono uno scienziato - commenta il presidente del Veneto Luca Zaia -, ma ho preso informazioni: la scoperta di uno dei principali meccanismi alla base di molte patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla, realizzata dal team di giovanissimi ricercatori dell'Università di Verona, è di quelle per le quali tutto il mondo e milioni di malati dovranno ringraziare la qualità della ricerca che si fa in Veneto. Forse altri nel mondo sono più bravi a fare marketing e a vendersi nel mondo dell'informazione - aggiunge Zaia - ma questa squadra di straordinari ricercatori, tanto giovani che il primo firmatario dello studio ha 30 anni, ha dimostrato una volta di più il livello scientifico e umano raggiunto dalla sinergia tra sanità e ricerca, che ha portato il sistema veneto ai vertici internazionali, al pari di tanti concorrenti più illustri solo perché più abili nel pubblicizzare i loro lavori».
«Non sono uno scienziato - commenta il presidente del Veneto Luca Zaia -, ma ho preso informazioni: la scoperta di uno dei principali meccanismi alla base di molte patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla, realizzata dal team di giovanissimi ricercatori dell'Università di Verona, è di quelle per le quali tutto il mondo e milioni di malati dovranno ringraziare la qualità della ricerca che si fa in Veneto. Forse altri nel mondo sono più bravi a fare marketing e a vendersi nel mondo dell'informazione - aggiunge Zaia - ma questa squadra di straordinari ricercatori, tanto giovani che il primo firmatario dello studio ha 30 anni, ha dimostrato una volta di più il livello scientifico e umano raggiunto dalla sinergia tra sanità e ricerca, che ha portato il sistema veneto ai vertici internazionali, al pari di tanti concorrenti più illustri solo perché più abili nel pubblicizzare i loro lavori».
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