Articolo del 10 febbraio 2014 preso da mediterranews.org
Nell’ambito del convegno annuale della prestigiosa Società Internazionale per le Malattie Neurovascolari (ISNVD), svoltosi a San Francisco (California) nei giorni scorsi, il Dott. Marcello Mancini dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini (IBB)-Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli ha tenuto un’interessante presentazione intitolata “Lo stato attuale dell’imaging ecografico per lo screening della CCSVI“.
Secondo il Dott. Mancini, rispetto al sistema arterioso cerebrale, il sistema venoso cerebrale è stato meno studiato e questo potrebbe portare a una sottostima dei disturbi venosi cerebrali. La CCSVI è stata descritta come una sindrome clinica comprendente stenosi delle vene giugulari e/o azygos, caratterizzata da deflussi venosi collaterali e riduzione del flusso sanguigno cerebrale. E’ stata associata alla sclerosi multipla (SM) in studi che utilizzano il color-doppler extracranico e transcranico, la risonanzamagnetica, la venografia, e IVUS. Il primo strumento diagnostico per individuare la CCSVI è l’ecocolordoppler (ECD), che fornisce una rappresentazione anatomica ed emodinamica del sistema venoso. E’ stato richiesto un trasduttore ad array lineare di ampia larghezza di banda 7-10MHz per valutare le vene del collo extracraniche e un trasduttore a sector array di 1-2MHz per valutare le vene intracraniche. Per la visualizzazione della giunzione della vena giugulare interna (IJV) e delle vene brachiocefaliche può essere utile l’uso di una sonda microconvex. La mobilità delle valvole può essere ulteriormente valutata utilizzando la funzione in M-mode. L’individuazione del reflusso nei vasi intracranici può essere ottenuta utilizzando un sistema doppler multiangolare. Il settaggio dell’ECD (frequenza di ripetizione degli impulsi-PRF, controllo automatico del guadagno, filtro di parete, angolo di insonazione e color box steering) dovrebbe essere ottimizzato per l’individuazione di basse velocità. Il campione deve essere posizionato al centro del vaso e l’angolo del raggio di insonazione doppler dovrebbe essere a 45-60°. L’esame deve essere eseguito con il paziente sia in posizione supina che seduta. E’ consigliabile una sedia basculante ed il paziente deve essere ben idratato. L’esaminatore dovrebbe prestare attenzione per evitare flessioni delcollo, iperestensioni o rotazioni ed evitare un’eccessiva pressione sulcollo del paziente che può cambiare la forma e la dimensione della IJV. La IJV può essere suddivisa in tre segmenti extracranici: superiore (J3), medio (J2) e inferiore (J1). Le vene vertebrali (VV) possono essere insonate tra i processi trasversi della 5^ e 6^ vertebra cervicale. Nella posizione orizzontale il deflusso venoso cerebrale predominante avviene attraverso le IJVs, mentre in posizione eretta le VVs diventano la via predominante. L’area della sezione trasversale e la direzione del flusso sono state misurate al termine della normale fase espiratoria. Al fine di garantire un’elevata riproducibilità dell’ECD i cinque criteri per la CCSVI sono stati descritti e consigliati da un comitato di consenso sullo screening ecografico della CCSVI (Nicolaides e altri Functional Neurology 2011;26(4):229-248).
I mezzi di contrasto ecografici sono veri agenti intravascolari che possiedono caratteristiche reologiche intravascolari simili a quelle dei globuli rossi. Utilizzando l’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) è stato osservato nei pazienti con SM un tempo di circolazione cerebrale prolungato. La CEUS con l’analisi della curve di wash-in/wash-out e del tempo di transito carotideo-giugulare potrebbe essere un metodo oggettivo per valutare la presenza di una significativa ostruzione venosa e il passaggio del flusso IJV ad un canale venoso secondario, che rappresenta un meccanismo di compensazione per anomalie funzionali della IJV. Nella procedure sperimentali si raccomanda un operatore in cieco per garantire l’imparzialità, ed evitare errori derivanti da pregiudizi (bias).
Fonte:http://www.isnvdconference.org/images/ISNVD_Course_Book_2014.pdf
Nell’ambito del convegno annuale della prestigiosa Società Internazionale per le Malattie Neurovascolari (ISNVD), svoltosi a San Francisco (California) nei giorni scorsi, il Dott. Marcello Mancini dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini (IBB)-Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli ha tenuto un’interessante presentazione intitolata “Lo stato attuale dell’imaging ecografico per lo screening della CCSVI“.
Secondo il Dott. Mancini, rispetto al sistema arterioso cerebrale, il sistema venoso cerebrale è stato meno studiato e questo potrebbe portare a una sottostima dei disturbi venosi cerebrali. La CCSVI è stata descritta come una sindrome clinica comprendente stenosi delle vene giugulari e/o azygos, caratterizzata da deflussi venosi collaterali e riduzione del flusso sanguigno cerebrale. E’ stata associata alla sclerosi multipla (SM) in studi che utilizzano il color-doppler extracranico e transcranico, la risonanzamagnetica, la venografia, e IVUS. Il primo strumento diagnostico per individuare la CCSVI è l’ecocolordoppler (ECD), che fornisce una rappresentazione anatomica ed emodinamica del sistema venoso. E’ stato richiesto un trasduttore ad array lineare di ampia larghezza di banda 7-10MHz per valutare le vene del collo extracraniche e un trasduttore a sector array di 1-2MHz per valutare le vene intracraniche. Per la visualizzazione della giunzione della vena giugulare interna (IJV) e delle vene brachiocefaliche può essere utile l’uso di una sonda microconvex. La mobilità delle valvole può essere ulteriormente valutata utilizzando la funzione in M-mode. L’individuazione del reflusso nei vasi intracranici può essere ottenuta utilizzando un sistema doppler multiangolare. Il settaggio dell’ECD (frequenza di ripetizione degli impulsi-PRF, controllo automatico del guadagno, filtro di parete, angolo di insonazione e color box steering) dovrebbe essere ottimizzato per l’individuazione di basse velocità. Il campione deve essere posizionato al centro del vaso e l’angolo del raggio di insonazione doppler dovrebbe essere a 45-60°. L’esame deve essere eseguito con il paziente sia in posizione supina che seduta. E’ consigliabile una sedia basculante ed il paziente deve essere ben idratato. L’esaminatore dovrebbe prestare attenzione per evitare flessioni delcollo, iperestensioni o rotazioni ed evitare un’eccessiva pressione sulcollo del paziente che può cambiare la forma e la dimensione della IJV. La IJV può essere suddivisa in tre segmenti extracranici: superiore (J3), medio (J2) e inferiore (J1). Le vene vertebrali (VV) possono essere insonate tra i processi trasversi della 5^ e 6^ vertebra cervicale. Nella posizione orizzontale il deflusso venoso cerebrale predominante avviene attraverso le IJVs, mentre in posizione eretta le VVs diventano la via predominante. L’area della sezione trasversale e la direzione del flusso sono state misurate al termine della normale fase espiratoria. Al fine di garantire un’elevata riproducibilità dell’ECD i cinque criteri per la CCSVI sono stati descritti e consigliati da un comitato di consenso sullo screening ecografico della CCSVI (Nicolaides e altri Functional Neurology 2011;26(4):229-248).
I mezzi di contrasto ecografici sono veri agenti intravascolari che possiedono caratteristiche reologiche intravascolari simili a quelle dei globuli rossi. Utilizzando l’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) è stato osservato nei pazienti con SM un tempo di circolazione cerebrale prolungato. La CEUS con l’analisi della curve di wash-in/wash-out e del tempo di transito carotideo-giugulare potrebbe essere un metodo oggettivo per valutare la presenza di una significativa ostruzione venosa e il passaggio del flusso IJV ad un canale venoso secondario, che rappresenta un meccanismo di compensazione per anomalie funzionali della IJV. Nella procedure sperimentali si raccomanda un operatore in cieco per garantire l’imparzialità, ed evitare errori derivanti da pregiudizi (bias).
Fonte:http://www.isnvdconference.org/images/ISNVD_Course_Book_2014.pdf
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