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Sclerosi Multipla e attività fisica

Articolo del 27 dicembre 2013 preso da




L’esercizio fisico è considerato un passo importante verso il benessere quando si convive con una malattia cronica. I benefici che ne derivano sono numerosi e includono riduzione della spossatezza, della spasticità e del dolore, nonché miglioramento del tono e della forza muscolari e della resistenza in generale.

E’ stato di recente pubblicato un lavoro scientifico nel quali si evidenzia che il consumo di ossigeno dei muscoli a riposo delle persone con SM è drammaticamente elevato ed è un componente sottovalutato della fatica e che l’eccesso del consumo di ossigeno potrà essere modificato da innovativi programmi di riabilitazione.

Quindi, allo scopo di aiutare le persone con SM – o con altre disabilità, ma anche le persone senza patologie particolari – a mantenere o recuperare funzionalità muscolare, un gruppo di soci Assi.SM sta traducendo e revisionando due brochure riguardanti lo stretching redatte dalle associazioni SM statunitense e canadese. Si evidenzia che le due brochure non devono sostituire l’attività fisica effettuata in modo costante con personale specializzato.

Rimaniamo poi tutti in attesa di nuovi programmi riabilitativi avanzati che dovranno, inevitabilmente, essere elaborati in funzione di una possibilità di forte personalizzazione

La brochure curata da Multiple Sclerosis Society of Canada tradotta e revisionata da Assi.SM è scaricabile qui. La brochure è intitolata STRETCHING PER TUTTI – Manuale pratico di attività fisica per le persone con sclerosi multipla o con altre disabilità fisiche e suggerisce esercizi di stratching sono alla portata di tutti.

Un poco differente è la brochure curata da National MS Society degli USA, da noi intitolata Light Stretching che dedica alcune pagine alla spasticità e riporta esercizi un poco più leggeri. La versionetradotta e revisionata da Assi.SM è scaricabile qui.



Abstract

Background

The study of muscle metabolism by near-infrared spectroscopy (NIRS) has been poorly implemented in multiple sclerosis (MS). Aims of the study were to compare resting muscle oxygen consumption (rmVO2) at gastrocnemius in MS patients and in age-matched healthy controls (HC) measured using NIRS, and to evaluate its possible relationship with patients’ mobility.

Methods

Twenty-eight consecutively enrolled MS patients (male, n=16; age=42.7±14.0 y, Relapsing-Remitting, n=19; Primary-Progressive, n=9) and 22 HC (male, n=13; age=36.0±8.2 y) were studied during rest applying the NIRS probes at gastrocnemius, producing a venous occlusion at the thigh using a cuff, and analyzing the slope of the total hemoglobin to calculate rmVO2. Mobility was assessed by a 6-Minute Walking Test and 6-Minute Walking Distance (6MWD) was recorded.

Results

rmVO2 was higher in MS compared to HC (0.059±0.038 vs 0.039±0.016 mlO2/min/100 g, P<0.003), not different in clinical subtypes, not correlated to patients’ characteristics (age, disease duration, Expanded Disability Status Scale, resting heart rate, skinfold thickness), and significantly higher in patients with lower walking ability (6MWD<450 m, n=12) compared to those at better performance (respectively, 0.072±0.043 vs 0.049±0.032 mlO2/min/100 g, P=0.03).

Conclusion

rmVO2 values, significantly higher in MS patients compared to HC, and in low versus high performing patients, might represent a marker of peripheral adaptations occurred to sustain mobility, as observed in other chronic diseases.

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