Passa ai contenuti principali

Sclerosi Multipla: uno studio giapponese sul gadolinio

Articolo del 20 dicembre 2013 preso da www.ccsviitalia.org

di Matteo Scibilia



Se chiediamo ad un radiologo se l'utilizzo del Gadolinio (un metallo pesante), come mezzo di contrasto per la RM, possa essere controproducente per le persone con SM, quasi sicuramente ci verrà risposto che il problema esiste solo per le persone con grave disfunzione renale (vedi QUI le indicazioni al riguardo dell'Agenzia Italiana del Farmaco). Questo perchè il Gadolinio viene chelato prima di essere iniettato; chelazione che ne permetterebbe un rapido smaltimento da parte dell'organismo.

Un recente studio giapponese (Tomonori et al) non è molto d'accordo, non per quanto riguarda la sicurezza, quanto per il fatto che ci sarebbe una correlazione fra il numero delle RM con contrasto e l'aumentata presenza di lesioni.
I ricercatori hanno confrontato la situazione di 19 persone che erano state sottoposte ad almeno 6 RM con contrasto con quella di 16 persone sottoposte ad almeno 6 RM senza contrasto.
E sono arrivati alla conclusione che una tale correlazione potrebbe esistere.

Certo che, se questo studio venisse confermato da ulteriori evidenze, ci sarebbe un sistema di auto-alimentazione.

Io faccio delle RM per verificare la situazione delle mie lesioni
Tale lesioni vengono accertate
Mi sottopongo successivamente ad altre RM, e trovo ulteriori lesioni
Ritengo che queste siano conseguenza dell'avanzare della SM; e invece forse è stato il gadolinio
E tutto questo perchè, rimanendo nell'orgamismo per molto tempo, malgrado questo non debba avvenire grazie alla chelazione predisposta, il mezzo di contrasto alla lunga incrementa la permeabilità della Barriera Emato Encefalica.

Che dire? Se così fosse, sarebbe un bel problema; una analisi che incrementa il risultato dell' esame! E perchè, poi? Per un controllo che probabilmente c'entra poco come marcatore dell'avanzamento della patologia (vedi La Conta delle Lesioni e delle Ricadute : un Marcatore NON Valido)



Purpose


To explore any correlation between the number of previous gadolinium-based contrast material administrations and high signal intensity (SI) in the dentate nucleus and globus pallidus on unenhanced T1-weighted magnetic resonance (MR) images.

Materials and Methods


The institutional review board approved this study, waiving the requirement to obtain written informed consent. A group of 381 consecutive patients who had undergone brain MR imaging was identified for cross-sectional analysis. For longitudinal analysis, 19 patients who had undergone at least six contrast-enhanced examinations were compared with 16 patients who had undergone at least six unenhanced examinations. The mean SIs of the dentate nucleus, pons, globus pallidus, and thalamus were measured on unenhanced T1-weighted images. The dentate nucleus–to-pons SI ratio was calculated by dividing the SI in the dentate nucleus by that in the pons, and the globus pallidus–to-thalamus SI ratio was calculated by dividing the SI in the globus pallidus by that in the thalamus. Stepwise regression analysis was undertaken in the consecutive patient group to detect any relationship between the dentate nucleus–to-pons or globus pallidus–to-thalamus SI ratio and previous gadolinium-based contrast material administration or other factors. A random coefficient model was used to evaluate for longitudinal analysis.

Results


The dentate nucleus–to-pons SI ratio showed a significant correlation with the number of previous gadolinium-based contrast material administrations (P < .001; regression coefficient, 0.010; 95% confidence interval [CI]: 0.009, 0.011; standardized regression coefficient, 0.695). The globus pallidus–to-thalamus SI ratio showed a significant correlation with the number of previous gadolinium-based contrast material administrations (P < .001; regression coefficient, 0.004; 95% CI: 0.002, 0.006; standardized regression coefficient, 0.288), radiation therapy (P= .009; regression coefficient,−0.014; 95% CI: −0.025, −0.004; standardized regression coefficient, −0.151), and liver function (P = .031; regression coefficient, 0.023; 95% CI: 0.002, 0.044; standardized regression coefficient, 0.107). The dentate nucleus–to-pons and globus pallidus–to-thalamus SI ratios in patients who had undergone contrast-enhanced examinations were significantly greater than those of patients who had undergone unenhanced examinations (P < .001 for both).

Conclusion


High SI in the dentate nucleus and globus pallidus on unenhanced T1-weighted images may be a consequence of the number of previous gadolinium-based contrast material administrations.

© RSNA, 2013


Commenti

Post popolari in questo blog

Rebif: reazioni avverse

I pazienti devono essere informati sulle più frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome si mil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono più evidenti all’inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravità con il proseguire del trattamento. Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l’uso dell’interferone. I pazienti in trattamento con Rebif devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l’eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rebif e trattati in modo approp

Sclerosi multipla: registro dei farmaci neurologici sottoposti a monitoraggio

Linee Guida 2012 Tysabri clicca qui per scaricare (PDF) Modifiche Gilenya 4 giugno 2012 su Gilenya clicca qui per scaricare (PDF) Nuovi controlli sulla scheda di Eleggibilità/Diagnosi (30 aprile 2012) su Gilenya clicca qui per scaricare (DOC) nota informativa importante del 30 aprile 2012 su Gilenya comunicato stampa Ema Gilenya 30 aprile (PDF) comunicato stampa 23 aprile 2012 comunicato stampa Ema Gilenya (PDF) Avviso modifica scheda Diagnosi Gilenya (fingolimod) del 16/03/2012 Scarica messaggio circolare Nota Informativa Importante su Gilenya (fingolimod) del 30/01/2012 Scarica la nota Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Faq Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Sicurezza Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicazione AIFA del 16/01/2012 sulle schede Gilenya Comunicato schede Gilenya 2 Comunicazione AIFA del 07/12/2011 sulle schede Gilenya Comunicato s

Le complicanze da puntura lombare (rachicentesi)

La rachicentesi è la metodica necessaria per poter eseguire esami diagnostici sul liquor cerebrospinale, cioè il liquido che normalmente circola nel midollo spinale e nel cervello. Tecnicamente consiste nell’introdurre un ago di adeguate dimensioni, circa 10 cm. di lunghezza, nello spazio vertebrale compreso tra le strutture posteriori di una vertebra (le lamine vertebrali) e quelle anteriori, ovvero la superficie posteriore dei corpi vertebrali. Tale è lo spazio peridurale in cui è contenuto il cosiddetto sacco durale che è una propaggine dell’involucro durale che avvolge il midollo spinale. Il sacco durale si prolunga fino alle prime vertebre sacrali, mentre il midollo spinale “si ferma” a livello dell’ultima vertebra dorsale, la 12°. Per tale motivo la puntura del sacco durale per “estrarre” il liquor in esso circolante viene praticata,in genere, tra la 3° e la 4° vertebra lombare. Per motivi che esulano da questa comunicazione, la puntura per il prelievo di liquor può essere f