Passa ai contenuti principali

Sclerosi Multipla e Ccsvi, botta e risposta tra Zamboni e ricercatori canadesi

Articolo del 19 agosto 2013 preso da http://salute24.ilsole24ore.com



Dopo studio che nega relazione


Nessuna anomalia nelle vene giugulari dei pazienti con Sclerosi Multipla esaminati insieme ad un gruppo di controllo di pazienti sani, e quindi nessuna evidenza di un legame con il restringimento (stenosi) delle vene e il ristagno di sangue nel cervello che secondo l'ipotesi del chirurgo italianoPaolo Zamboni è la causa della malattia neurodegenerativa. Il confronto a distanza tra i ricercatori canadesi della McMaster University e lo studioso italiano va in scena sulle pagine di Plos One. La rivista ospita uno studio canadese che mette in discussione la relazione tra la malformazione congenite delle vene che attraversano il collo e i successivi stati infiammatori che provocherebbero la malattia: la tesi di Zamboni (cronistoria).



I ricercatori canadesi hanno sottoposto 100 pazienti con Sm e 100 persone sane a indagini diagnostiche (indagini a ultrasuoni delle vene cerebrali profonde e delle vene del collo, risonanza magnetica per immagini delle vene del collo e del cervello) la cui conclusione non ha fatto emergere significative differenze anatomiche, ridimensionando così, secondo gli scienziati, l'ipotesi di Zamboni. Che tuttavia sulle stesse pagine della rivista scientifica ribatte ai risultati canadesi con una lettera in cui elenca gli errori metodologici compiuti, a parere di Zamboni, nell'analisi dei pazienti. “I risultati ottenuti dai ricercatori canadesi sono esattamente agli antipodi di quello che noi abbiamo trovato, in quanto non sono stati in grado di dimostrare alcuna anomalia del flusso venoso nei pazienti con sclerosi multipla studiati sia con l'ecocolordoppler che con la venografia con catetere”, spiegano nella risposta Paolo Zamboni e Mirko Tessari, del Centro malattie Vascolari dell'Università di Ferrara. In particolare, secondo Zamboni non sono stati usati i metodi di indagine sui quali gli esperti internazionali avevano trovato accordo. "Per quanto riguarda la metodologia ECD, siamo rimasti molto sorpresi che gli autori non siano riusciti ad utilizzare la metodologia aggiornata di recente raccomandata da un consenso internazionale per migliorare la riproducibilità del protocollo ECD”.



Zamboni spiega che “siamo stati nuovamente sorpresi dal focus delle indagini nella regione superiore e mediana del collo, dove non sono mai state rilevate in condizione di CCSVI differenze significative nella portata del flusso giugulare. Al contrario, numerosi report hanno misurato significative limitazioni della portata del flusso giugulare, flusso aumentato attraverso le collaterali, e stenosi extraluminali nella parte inferiore del collo, esattamente dove Rodger (autore dello studio canadese, ndr) e gli altri non hanno effettuato alcuna valutazione".

Commenti

Post popolari in questo blog

Rebif: reazioni avverse

I pazienti devono essere informati sulle più frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome si mil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono più evidenti all’inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravità con il proseguire del trattamento. Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l’uso dell’interferone. I pazienti in trattamento con Rebif devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l’eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rebif e trattati in modo approp

Sclerosi multipla: registro dei farmaci neurologici sottoposti a monitoraggio

Linee Guida 2012 Tysabri clicca qui per scaricare (PDF) Modifiche Gilenya 4 giugno 2012 su Gilenya clicca qui per scaricare (PDF) Nuovi controlli sulla scheda di Eleggibilità/Diagnosi (30 aprile 2012) su Gilenya clicca qui per scaricare (DOC) nota informativa importante del 30 aprile 2012 su Gilenya comunicato stampa Ema Gilenya 30 aprile (PDF) comunicato stampa 23 aprile 2012 comunicato stampa Ema Gilenya (PDF) Avviso modifica scheda Diagnosi Gilenya (fingolimod) del 16/03/2012 Scarica messaggio circolare Nota Informativa Importante su Gilenya (fingolimod) del 30/01/2012 Scarica la nota Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Faq Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Sicurezza Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicazione AIFA del 16/01/2012 sulle schede Gilenya Comunicato schede Gilenya 2 Comunicazione AIFA del 07/12/2011 sulle schede Gilenya Comunicato s

Le complicanze da puntura lombare (rachicentesi)

La rachicentesi è la metodica necessaria per poter eseguire esami diagnostici sul liquor cerebrospinale, cioè il liquido che normalmente circola nel midollo spinale e nel cervello. Tecnicamente consiste nell’introdurre un ago di adeguate dimensioni, circa 10 cm. di lunghezza, nello spazio vertebrale compreso tra le strutture posteriori di una vertebra (le lamine vertebrali) e quelle anteriori, ovvero la superficie posteriore dei corpi vertebrali. Tale è lo spazio peridurale in cui è contenuto il cosiddetto sacco durale che è una propaggine dell’involucro durale che avvolge il midollo spinale. Il sacco durale si prolunga fino alle prime vertebre sacrali, mentre il midollo spinale “si ferma” a livello dell’ultima vertebra dorsale, la 12°. Per tale motivo la puntura del sacco durale per “estrarre” il liquor in esso circolante viene praticata,in genere, tra la 3° e la 4° vertebra lombare. Per motivi che esulano da questa comunicazione, la puntura per il prelievo di liquor può essere f