Articolo del 4 agosto preso da www.repubblica.it
Gli esperti attaccano Vannoni: "Non c'è motivo di segretezza". E chiedono garanzie: "Quello consegnato al ministero potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa"
Davide Vannoni nel giorno della consegna del protocollo Stamina ROMA - Chiedono che il protocollo sul metodo Stamina,da poco consegnato all'Istituto superiore di Sanità, sia reso pubblico. Venti fra i massimi esperti italiani a livello internazionale di staminali lanciano un appello al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In una lettera espongono le loro ragioni e propongono di rendere integralmente pubblico il metodo Stamina in quanto, dicono, non c'è "nessun motivo di segretezza". Fra le persone che si sono rivolte al ministro, ci sono anche il direttore dell'Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem), Andrea Ballabio; il co-direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), Piergiuseppe Pelicci; il direttore dell'Istituto 'Mario Negri', Silvio Garattini.
L'attacco a Vannoni. Fin qui una richiesta di trasparenza, ma il gruppo di studiosi si spinge oltre, fino ad attaccare senza mezze parole il presidente diStamina Foundation Davide Vannoni. Secondo gli esperti quello consegnato al ministero "potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa". I firmatari rilevano inoltre che "né la legge 57 né il Dm attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Davide Vannoni e organi tecnici del ministero; né prevedono la partecipazione stabile di Vannoni e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; né prevedono che Vannoni imponga le sue regole. Né prevedono la secretazione del protocollo".
I firmatari. La lettera è firmata anche da Giulio Cossu, ora alla University College di Londra, che ha preferito non partecipare alla Commissione Scientifica istituita dal ministero della Salute per il metodo Stamina; dal direttore del Laboratorio Cellule Staminali dell'università Sapienza di Roma, Paolo Bianco; dal rettore della Sapienza, Luigi Frati; dalla direttrice del centro di ricerca Unistem, Elena Cattaneo; dal direttore Centro di Medicina Rigenerativa 'Stefano Ferrari dell'università di Modena e Reggio Emilia, Michele De Luca. "Vorremmo sapere - si legge ancora nell'appello - se il protocollo consegnato all'Iss coincide con quel metodo Stamina già nel dominio pubblico. Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti".
La richiesta di trasparenza. Per i ricercatori "non esiste ragione di segretezza" poiché la sperimentazione non è sponsorizzata da un'industria né è protetta da brevetto, ma è "promossa per legge e finanziata dallo Stato" anche per "rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un 'metodo tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza".
Via libera in Sicilia. Il primo agosto la Regione Sicilia ha approvato una risoluzione che individua due strutture sanitarie dove saranno autorizzate le cure con il trattamento sperimentale che prevede l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali.
Il metodo. Da tempo il metodo stamina è al centro di un forte dibattito. l ministro Lorenzin all'indomani della denuncia della rivista scientifica "Nature", che aveva criticato il metodo di Vannoni e dell'appello di200 ricercatori italiani che avevano chiesto il blocco della sperimentazione perché ""privo di qualsiasi valore scientifico", aveva chiesto di consegnare "il protocollo ad un comitato composto da profili di altissimo livello". Qualche giorno fa, Vannoni è tornato a parlare dell'attacco del giornale scientifico. "Nature ha pubblicato cinque editoriali contro una fondazione Onlus italiana con quattro dipendenti. Mi sembra una cosa strana - ha detto Vannoni - . Credo siano stati sollecitati dall'Italia, non credo nell'interesse di Nature. Ricordo che si tratta di un editoriale e non di un articolo scientifico e che vengono intervistati sempre gli stessi su o tre scienziati italiani".
Gli esperti attaccano Vannoni: "Non c'è motivo di segretezza". E chiedono garanzie: "Quello consegnato al ministero potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa"
di VALERIA PINI
Davide Vannoni nel giorno della consegna del protocollo Stamina ROMA - Chiedono che il protocollo sul metodo Stamina,da poco consegnato all'Istituto superiore di Sanità, sia reso pubblico. Venti fra i massimi esperti italiani a livello internazionale di staminali lanciano un appello al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In una lettera espongono le loro ragioni e propongono di rendere integralmente pubblico il metodo Stamina in quanto, dicono, non c'è "nessun motivo di segretezza". Fra le persone che si sono rivolte al ministro, ci sono anche il direttore dell'Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem), Andrea Ballabio; il co-direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), Piergiuseppe Pelicci; il direttore dell'Istituto 'Mario Negri', Silvio Garattini.
L'attacco a Vannoni. Fin qui una richiesta di trasparenza, ma il gruppo di studiosi si spinge oltre, fino ad attaccare senza mezze parole il presidente diStamina Foundation Davide Vannoni. Secondo gli esperti quello consegnato al ministero "potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa". I firmatari rilevano inoltre che "né la legge 57 né il Dm attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Davide Vannoni e organi tecnici del ministero; né prevedono la partecipazione stabile di Vannoni e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; né prevedono che Vannoni imponga le sue regole. Né prevedono la secretazione del protocollo".
I firmatari. La lettera è firmata anche da Giulio Cossu, ora alla University College di Londra, che ha preferito non partecipare alla Commissione Scientifica istituita dal ministero della Salute per il metodo Stamina; dal direttore del Laboratorio Cellule Staminali dell'università Sapienza di Roma, Paolo Bianco; dal rettore della Sapienza, Luigi Frati; dalla direttrice del centro di ricerca Unistem, Elena Cattaneo; dal direttore Centro di Medicina Rigenerativa 'Stefano Ferrari dell'università di Modena e Reggio Emilia, Michele De Luca. "Vorremmo sapere - si legge ancora nell'appello - se il protocollo consegnato all'Iss coincide con quel metodo Stamina già nel dominio pubblico. Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti".
La richiesta di trasparenza. Per i ricercatori "non esiste ragione di segretezza" poiché la sperimentazione non è sponsorizzata da un'industria né è protetta da brevetto, ma è "promossa per legge e finanziata dallo Stato" anche per "rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un 'metodo tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza".
Via libera in Sicilia. Il primo agosto la Regione Sicilia ha approvato una risoluzione che individua due strutture sanitarie dove saranno autorizzate le cure con il trattamento sperimentale che prevede l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali.
Il metodo. Da tempo il metodo stamina è al centro di un forte dibattito. l ministro Lorenzin all'indomani della denuncia della rivista scientifica "Nature", che aveva criticato il metodo di Vannoni e dell'appello di200 ricercatori italiani che avevano chiesto il blocco della sperimentazione perché ""privo di qualsiasi valore scientifico", aveva chiesto di consegnare "il protocollo ad un comitato composto da profili di altissimo livello". Qualche giorno fa, Vannoni è tornato a parlare dell'attacco del giornale scientifico. "Nature ha pubblicato cinque editoriali contro una fondazione Onlus italiana con quattro dipendenti. Mi sembra una cosa strana - ha detto Vannoni - . Credo siano stati sollecitati dall'Italia, non credo nell'interesse di Nature. Ricordo che si tratta di un editoriale e non di un articolo scientifico e che vengono intervistati sempre gli stessi su o tre scienziati italiani".
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