RICERCA: PROGETTO 'SPACE DREAMS', COLLARE HI-TECH CONTRO SCLEROSI MULTIPLA = ZAMBONI, ASSENZA GRAVITA' PUO' INFLUIRE SU CIRCOLAZIONE VENOSA
Roma, 26 giu. (Adnkronos Salute) - La ricerca italiana viaggia nello spazio. Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell'Universita' di Ferrara - noto per la sua teoria che mette in relazione insufficienza venosa e sclerosi multipla - lancia nello spazio un collare hi-tech per cercare di studiare le cause di alcune tra le piu' importanti malattie neurodegenerative: demenza, sordita' o anche malattie rare come l'idrocefalo normoteso. E, appunto, la sclerosi multipla. 'Space Dreams': questo il nome del progetto.
La ricerca sara' affidata a Samantha Cristoforetti, la prima donna astronauta italiana che, indossando un particolare collarino (pletismografo), permettera' di raccogliere dati e informazioni che consentiranno di studiare la circolazione cerebrale e venosa dell'uomo in assenza di gravita'. Secondo Zamboni proprio le alterazioni della circolazione cerebrale e venosa sarebbero una delle concause di alcune malattie neurodegenerative. Protagonista dello studio "una 'wonder woman' - dice l'esperto all'Adnkronos Salute - a cui e' affidata la ricerca e della quale sono molto orgoglioso". La partenza, prevista per il 2015, nasce da una proposta dei ricercatori dell'Universita' di Ferrara approvata dall'Agenzia spaziale italiana (Asi).
"Agli astronauti, dopo un po' di tempo che viaggiano nello spazio, compaiono sintomi, anche neurologici, che non trovano spiegazione. Il problema - spiega Zamboni - sembra essere causato da un'anormale circolazione cerebrale causata dall'assenza di gravita'. Un segnale che potrebbe essere comune anche ad alcune malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla". In Italia, secondo l'esperto, il 30% delle malattie neurodegenerative potrebbe essere causato da queste anomalie circolatorie. La mia proposta - spiega Zamboni - si basa sulla creazione di un apparecchio molto semplice, il pletismografo. Un collarino sottile di silicone che verra' indossato dall'astronauta al collo, composto da alcuni sensori particolari grazie ai quali e' possibile rilevare il sangue che dal cervello ritorna al cuore, monitorando questo circolo cerebrale in assenza di gravita' con una trasmissione wireless". (segue)
(Stg/Col/Adnkronos) 26-GIU-13 14:10
(Adnkronos Salute) - "L'apparecchio, semplice e non invasivo - aggiunge l'esperto - potrebbe essere utilizzato dai pazienti che, pur in presenza di gravita' normale, hanno una circolazione cerebrale venosa rallentata". L'obiettivo, per Zamboni, e' quello di "rilevare se questa condizione e' associata a una serie di malattie neurodegenerative come demenza o sordita', che in questo momento non hanno una precisa definizione diagnostica e quindi nemmeno una cura. Potrebbe quindi diventare - aggiunge - un metodo per rilevare se effettivamente, le persone affette da queste malattie, abbiano in comune un'insufficienza cerebrale venosa".
L'equipe di Zamboni non attendera' il ritorno dell'astronauta per iniziare a mettere a punto studi e terapie. "Noi - spiega il direttore del centro malattie vascolari dell'Universita' di Ferrara - non aspetteremo che Samantha torni sulla Terra. Ho infatti proposto di iniziare uno screening a Roma gia' durante il viaggio, per poter arrivare alla messa a punto di cure immediate". Tante adesioni alla missione. "Il progetto - conclude Zamboni - e' stato appoggiato con estremo interesse da tutti e la ricerca e' stata accolta con molto entusiasmo. Anche noi siamo motivati e entusiasti, perche' grazie al progetto aiutiamo l'Agenzia spaziale italiana ad essere all'avanguardia nella ricerca e anche perche' potremmo regalare piu' speranza ai malati".
(Stg/Col/Adnkronos) 26-GIU-13 14:12
27 giugno 2013
Fonte: www.ccsvi-sm.org
Roma, 26 giu. (Adnkronos Salute) - La ricerca italiana viaggia nello spazio. Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell'Universita' di Ferrara - noto per la sua teoria che mette in relazione insufficienza venosa e sclerosi multipla - lancia nello spazio un collare hi-tech per cercare di studiare le cause di alcune tra le piu' importanti malattie neurodegenerative: demenza, sordita' o anche malattie rare come l'idrocefalo normoteso. E, appunto, la sclerosi multipla. 'Space Dreams': questo il nome del progetto.
La ricerca sara' affidata a Samantha Cristoforetti, la prima donna astronauta italiana che, indossando un particolare collarino (pletismografo), permettera' di raccogliere dati e informazioni che consentiranno di studiare la circolazione cerebrale e venosa dell'uomo in assenza di gravita'. Secondo Zamboni proprio le alterazioni della circolazione cerebrale e venosa sarebbero una delle concause di alcune malattie neurodegenerative. Protagonista dello studio "una 'wonder woman' - dice l'esperto all'Adnkronos Salute - a cui e' affidata la ricerca e della quale sono molto orgoglioso". La partenza, prevista per il 2015, nasce da una proposta dei ricercatori dell'Universita' di Ferrara approvata dall'Agenzia spaziale italiana (Asi).
"Agli astronauti, dopo un po' di tempo che viaggiano nello spazio, compaiono sintomi, anche neurologici, che non trovano spiegazione. Il problema - spiega Zamboni - sembra essere causato da un'anormale circolazione cerebrale causata dall'assenza di gravita'. Un segnale che potrebbe essere comune anche ad alcune malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla". In Italia, secondo l'esperto, il 30% delle malattie neurodegenerative potrebbe essere causato da queste anomalie circolatorie. La mia proposta - spiega Zamboni - si basa sulla creazione di un apparecchio molto semplice, il pletismografo. Un collarino sottile di silicone che verra' indossato dall'astronauta al collo, composto da alcuni sensori particolari grazie ai quali e' possibile rilevare il sangue che dal cervello ritorna al cuore, monitorando questo circolo cerebrale in assenza di gravita' con una trasmissione wireless". (segue)
(Stg/Col/Adnkronos) 26-GIU-13 14:10
(Adnkronos Salute) - "L'apparecchio, semplice e non invasivo - aggiunge l'esperto - potrebbe essere utilizzato dai pazienti che, pur in presenza di gravita' normale, hanno una circolazione cerebrale venosa rallentata". L'obiettivo, per Zamboni, e' quello di "rilevare se questa condizione e' associata a una serie di malattie neurodegenerative come demenza o sordita', che in questo momento non hanno una precisa definizione diagnostica e quindi nemmeno una cura. Potrebbe quindi diventare - aggiunge - un metodo per rilevare se effettivamente, le persone affette da queste malattie, abbiano in comune un'insufficienza cerebrale venosa".
L'equipe di Zamboni non attendera' il ritorno dell'astronauta per iniziare a mettere a punto studi e terapie. "Noi - spiega il direttore del centro malattie vascolari dell'Universita' di Ferrara - non aspetteremo che Samantha torni sulla Terra. Ho infatti proposto di iniziare uno screening a Roma gia' durante il viaggio, per poter arrivare alla messa a punto di cure immediate". Tante adesioni alla missione. "Il progetto - conclude Zamboni - e' stato appoggiato con estremo interesse da tutti e la ricerca e' stata accolta con molto entusiasmo. Anche noi siamo motivati e entusiasti, perche' grazie al progetto aiutiamo l'Agenzia spaziale italiana ad essere all'avanguardia nella ricerca e anche perche' potremmo regalare piu' speranza ai malati".
(Stg/Col/Adnkronos) 26-GIU-13 14:12
27 giugno 2013
Fonte: www.ccsvi-sm.org
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