Articolo del 21 giugno 2013 preso da www.osservatoriomalattierare.it
Canada – Un team di ricercatori della University of British Columbia ha sviluppato una nuova tecnica di risonanza magnetica per immagini che sembra essere in grado di fornire una diagnosi più precisa di sclerosi multipla.Per arrivare alla scoperta i ricercatori hanno sperimentato la nuova metodica, che analizza la frequenza delle onde elettromagnetiche (anziché la loro dimensione), su un gruppo di 20 pazienti affetti da SM.
Secondo i risultati pubblicati sulla rivista Neurology la nuova tecnica permette di individuare i segni di danno tissutale indotto e le cicatrici della mielina almeno due mesi prima rispetto al metodo tradizionale.
“Questa tecnica tira fuori le sottili differenze nello sviluppo delle lesioni da SM nel corso del tempo – spiega Rauscher nel comunicato UBC – Poiché questa tecnica è più sensibile a questi cambiamenti, i ricercatori potrebbero impiegare studi molto più piccoli per determinare se un trattamento (come per esempio un nuovo farmaco) sta rallentando o addirittura bloccando la rottura della mielina.”
Canada – Un team di ricercatori della University of British Columbia ha sviluppato una nuova tecnica di risonanza magnetica per immagini che sembra essere in grado di fornire una diagnosi più precisa di sclerosi multipla.Per arrivare alla scoperta i ricercatori hanno sperimentato la nuova metodica, che analizza la frequenza delle onde elettromagnetiche (anziché la loro dimensione), su un gruppo di 20 pazienti affetti da SM.
Secondo i risultati pubblicati sulla rivista Neurology la nuova tecnica permette di individuare i segni di danno tissutale indotto e le cicatrici della mielina almeno due mesi prima rispetto al metodo tradizionale.
“Questa tecnica tira fuori le sottili differenze nello sviluppo delle lesioni da SM nel corso del tempo – spiega Rauscher nel comunicato UBC – Poiché questa tecnica è più sensibile a questi cambiamenti, i ricercatori potrebbero impiegare studi molto più piccoli per determinare se un trattamento (come per esempio un nuovo farmaco) sta rallentando o addirittura bloccando la rottura della mielina.”
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