AGI) - Roma, 21 giu. - Doveva tenersi oggi all'Istituto Superiore di Sanita' la riunione tra il ministero della Salute, l'Aifa e il centro nazionale trapianti con Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, per mettere a punto i criteri con cui si svolgera' la sperimentazione sul "metodo" stamina, terapia a base di cellule staminali mesenchimali, ma l'incontro e' stato rinviato al 25 giugno. Lo riferisce lo stesso Vannoni, che ha declinato l'invito di oggi dell'Iss spiegando che il medico di Stamina, Marino Andolina, e' in ferie proprio questa settimana. "Come anticipato - spiega Vannoni - siamo ben lieti di partecipare alla sperimentazione, ma sappiamo che questa non risolvera' in alcun modo la difficile situazione delle liste d'attesa per le cure compassionevoli presso gli Spedali Civili di Brescia. Alla riunione scopriremo quali sono le intenzioni sulla sperimentazione, ovvero: Da chi sara' composta la commissione scientifica prevista dal decreto ministeriale. Quale peso avra' Stamina nella progettazione della sperimentazione stessa. Quale sara' la cell factory in cui si produrranno le linee cellulari.
Chi produrra' le linee cellulari. In quale ospedale si operera'. Quali garanzie avra' Stamina sulla trasparenza dell'intero processo di sperimentazione". Vannoni e' comunque pessimista: "Credo sia chiaro a tutti che il 1 luglio non si fara' il prelievo a nessun paziente, ma al massimo si potra' iniziare a lavorare sugli aspetti clinici e tecnici per creare un progetto di ricerca su alcune patologie ancora da individuare. Tutto questo avviene in un contesto difficile, in cui migliaia di persone devono rivolgersi ai giudici per cercare di dare una speranza ai loro cari. Spesso la decisione avviene tra una condizione di morte certa e la speranza di una cura incerta (perche' non ancora sperimentata ufficialmente)".
Chi produrra' le linee cellulari. In quale ospedale si operera'. Quali garanzie avra' Stamina sulla trasparenza dell'intero processo di sperimentazione". Vannoni e' comunque pessimista: "Credo sia chiaro a tutti che il 1 luglio non si fara' il prelievo a nessun paziente, ma al massimo si potra' iniziare a lavorare sugli aspetti clinici e tecnici per creare un progetto di ricerca su alcune patologie ancora da individuare. Tutto questo avviene in un contesto difficile, in cui migliaia di persone devono rivolgersi ai giudici per cercare di dare una speranza ai loro cari. Spesso la decisione avviene tra una condizione di morte certa e la speranza di una cura incerta (perche' non ancora sperimentata ufficialmente)".
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