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Staminali, anche il Senato approva: il decreto Balduzzi diventa legge

Articolo preso da www.repubblica.it


ROMA - Il Senato ha approvato il decreto sulle staminali con 259 sì, 2 no e 6 astenuti. Il provvedimento ora è legge. Con l'ok al testo si consente a chi ha già iniziato le terapie con il metodo Stamina di continuarle, ma soprattutto si prevede l'avvio della sperimentazione di 18 mesi: per essa vengono stanziati 3 milioni di euro in due anni; sarà promossa dal ministero avvalendosi di Aifa, Centro nazionale trapianti e coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità con la sola condizione della sicurezza dei pazienti nella preparazione delle linee cellulari. La legge sposta anche al 1° aprile 2014 la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari.

Due giorni fa la Camera aveva espresso parere positivo sul decreto, approvandolo col 504 sì e un solo voto contrario e quattro astensioni.

Vannoni: Disponibili, ma il testo soddisfa più la comunità scientifica che i pazienti. "Siamo disponibili alla sperimentazione, ovviamente se viene mantenuto quello che è stato detto alla Camera, e cioè che Stamina potrà mettere i necessari paletti perché la metodica non venga cambiata", commenta Vannoni, fondatore di Stamina. "Ci saranno tutta una serie di indicazioni e di valutazioni che raccoglieremo dal ministero della Salute e che proporremo noi nell'ottica di trovare un punto di accordo nel quadro dellalegge approvata", ha spiegato. "Nell'insieme, però, esprimo pienamente il mio rammarico perché il testo che è diventato legge, al contrario di quello che era stato votato all'unanimità dal Senato inizialmente, risponde più all'interesse della comunità scientifica italiana e della burocrazia e non assolutamente alle esigenze dei pazienti", conclude Vannoni, spiegando: "La sperimentazione, così come è stata definita dalla legge, sarà possibile solo su un centinaio di pazienti", numero "molto lontano dai 18mila che ci hanno fatto la richiesta".

Fadda: Ora si parta, rispettando la legge. "Ci auguriamo che gli sforzi nel trovare le risorse e nel dare tempi certi siano riconosciuti e che Stamina, nonostante tante provocazioni, inizi la sperimentazione rispettando la legge", ha detto al termine del voto al Senato il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, sottolineando che il decreto sulle staminali è stato approvato "quasi all'unanimità dal Parlamento". Per far partire i test sul metodo Stamina "ora il ministero dovrà predisporre le regole", poi la parola passerà all'Istituto superiore di sanità cui la legge affida il coordinamento. "Noi vigileremo, anche con l'Osservatorio, ma adesso - ha concluso Fadda - questa vicenda diventa un fatto di scienza, come era negli obiettivi iniziali".

Polemiche. Quello approvato oggi in maniera definitiva è il disegno di legge n. 298-B, che reca la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, Il cosiddetto "decreto Balduzzi", recante disposizioni urgenti in materia sanitaria. La sperimentazione con il metodo Stamina ha suscitato accese discussioni, nonché la perplessità del premio Nobel per la medicina, esperto di staminali,Shinya Yamanaka.

La legge. L'articolo 2 della legge autorizza ora le strutture pubbliche a completare i trattamenti a base di cellule staminali mesenchimali avviati su singoli pazienti, come nel caso della piccola Sofia. In base alle modifiche introdotte dalla Camera dei deputati, è previsto che il ministero della Salute, avvalendosi dell'Agenzia italiana del farmaco e del Centro nazionale trapianti, promuova lo svolgimento di una sperimentazione clinica, coordinata dall'Istituto superiore di sanità, da concludere entro diciotto mesi; è inoltre istituito, presso il ministero della Salute, un osservatorio sulle terapie avanzate con cellule staminali mesenchimali, con compiti consultivi e di proposta.

L'articolo 1, invece, riguarda gli ospedali psichiatrici giudiziari e differisce al primo aprile 2014 il termine per il completamento del processo di chiusura. Prevede inoltre l'intervento sostitutivo del governo in caso di inadempienze delle regioni e puntualizza aspetti riguardanti il riparto delle risorse, che dovranno servire al potenziamento dei servizi di salute mentale sul territorio.

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