Con voto unanime passa in commissione Affari sociali della Camera l'emendamento al decreto Balduzzi sulle cellule staminali, emanato in seguito alla mobilitazione mediatica sul caso della piccola Sofia, la bimba affetta da una grave malattia degenerativa, che era stata sottoposta al trattamento secondo il protocollo Stamina del professor Vannoni e si era poi vista negare la possibilità di portare a termine le cure.
L'emendamento sancisce il via libera alla sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, proprio quelle utilizzate col protocollo Stamina. Sembrerebbe una vittoria, dunque, e invece la protesta prosegue con toni ancora più accesi. L'emendamento prevede, infatti, che la valutazione finale sulle sperimentazioni venga assegnata all'Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) e all'Istituto superiore della sanità, deputati inoltre a vigilare che i medicinali siano preparati in conformità alle linee guida, per garantire la sicurezza dei pazienti.
La sperimentazione sarà autorizzata dal 1° luglio per un tempo pari a 18 mesi, con regole dettate dal protocollo Stamina ma con cellule che dovranno essere prodotte in laboratori certificati; nei laboratori potranno essere portati gli ingredienti necessari purché non siano considerati nocivi per i pazienti.
Tuttavia la protesta non si è placata, al contrario è stato proprio Davide Vannoni a dichiarare che è in atto l'azione della "lobby Agenzia del Farmaco-Farmindustria, per cercare di distruggere questa possibilità di cura". Aggiunge, inoltre, che con l'emendamento in questione "si vuole riportare tutta la sperimentazione sotto il controllo dell'Agenzia del farmaco. Ma cosi non potremmo più applicare la nostra metodica. Se la sperimentazione verrà fatta nel laboratori farmaceutici, passeranno degli anni e Stamina non può attuarla perché la nostra metodica non può entrare i questi laboratori".
Tra la folla che ha manifestato davanti a Montecitorio, urlando "Lorenzin assassina", c'era il padre della piccola Sofia che ha dichiarato "Se passassero gli emendamenti alla Camera sul decreto staminali, che riportano la sperimentazione della terapia Stamina con cellule staminali sotto il controllo dell'Agenzia del farmaco, il rischio sarebbe che le cure in atto agli Spedali di Brescia su tanti bambini possano diventare illegali".
L'emendamento sancisce il via libera alla sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, proprio quelle utilizzate col protocollo Stamina. Sembrerebbe una vittoria, dunque, e invece la protesta prosegue con toni ancora più accesi. L'emendamento prevede, infatti, che la valutazione finale sulle sperimentazioni venga assegnata all'Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) e all'Istituto superiore della sanità, deputati inoltre a vigilare che i medicinali siano preparati in conformità alle linee guida, per garantire la sicurezza dei pazienti.
La sperimentazione sarà autorizzata dal 1° luglio per un tempo pari a 18 mesi, con regole dettate dal protocollo Stamina ma con cellule che dovranno essere prodotte in laboratori certificati; nei laboratori potranno essere portati gli ingredienti necessari purché non siano considerati nocivi per i pazienti.
Tuttavia la protesta non si è placata, al contrario è stato proprio Davide Vannoni a dichiarare che è in atto l'azione della "lobby Agenzia del Farmaco-Farmindustria, per cercare di distruggere questa possibilità di cura". Aggiunge, inoltre, che con l'emendamento in questione "si vuole riportare tutta la sperimentazione sotto il controllo dell'Agenzia del farmaco. Ma cosi non potremmo più applicare la nostra metodica. Se la sperimentazione verrà fatta nel laboratori farmaceutici, passeranno degli anni e Stamina non può attuarla perché la nostra metodica non può entrare i questi laboratori".
Tra la folla che ha manifestato davanti a Montecitorio, urlando "Lorenzin assassina", c'era il padre della piccola Sofia che ha dichiarato "Se passassero gli emendamenti alla Camera sul decreto staminali, che riportano la sperimentazione della terapia Stamina con cellule staminali sotto il controllo dell'Agenzia del farmaco, il rischio sarebbe che le cure in atto agli Spedali di Brescia su tanti bambini possano diventare illegali".
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