Passa ai contenuti principali

Sclerosi Multipla: lettera sulla CCSVI dalla Clinica di Chirurgia Vascolare dell'Università di Belgrado

Articolo del 25 marzo 2013 preso da mediterranews.org

di Alessandro Rasman



E' stata pubblicata sul sito della prestigiosa rivista scientifica American Journal of Neuroradiology una lettera di un team della Clinica di Chirurgia Vascolare dell'Università di Belgrado (Serbia) intitolata " Con riguardo al ' Mistero dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale: risultati flebografici ed ecografici identici in pazienti con SM e controlli'".


Il team vascolare di Belgrado interviene per rispondere ad alcuni colleghi australiani che nel gennaio scorso avevano pubblicato nella medesima rivista un piccolo studio intitolato " Il mistero dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale: risultati flebografici ed ecografici identici in pazienti con SM e controlli" di cui avevamo dato notizia ( http://mediterranews.org/2013/02/sclerosi-multipla-un-misterioso-studio-australiano-sul-metodo-zamboni/ ).


Scrivono i ricercatori serbi:



Vorremmo commentare lo studio recentemente pubblicato intitolato " Il mistero dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale: risultati flebografici ed ecografici identici in pazienti con SM e controlli" di McAuliffe e Kermode. (1)


Lo studio mirava ad analizzare un argomento molto interessante e controverso che ha recentemente prodotto un ampio dibattito tra i medici e tra i pazienti. A nostro parere, per raggiungere il loro obiettivo, gli autori hanno utilizzato un disegno e una metodologia discutibili, che hanno portato ai numerosi limiti del loro studio. (1)


Vale a dire, il numero limitato di pazienti e soggetti di controllo inclusi rende tutta la serie inconcludente. I dati sono stati dispersi dalla formazione degli investigatori sull'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), tenendo presente che i pazienti esaminati erano i loro primi 30 casi. (1)


Gli autori hanno trovato restringimenti della vena giugulare interna in 8 dei 9 pazienti senza SM mediante l'uso della flebografia, ma di non hanno effettuato l'esame sonografico (ecografia) prima della cateterizzazione per determinare se questi pazienti potrebbero avere la CCSVI senza la SM.


Pertanto, essi non confermano o escludono con l'ecografia la presenza di CCSVI in questi pazienti. La flebografia in tali pazienti descrive solo la somiglianza dei restringimenti della vena giugulare interna osservati nei pazienti con CCSVI ed altre patologie. Allo stesso modo, con l'uso dell'ecografia gli autori non hanno trovato nessun caso di CCSVI nel gruppo di pazienti con sclerosi multipla o nei soggetti sani di controllo, ma non hanno confermato l'assenza di CCSVI con la venografia con catetere. (1)


Non sappiamo se la SM è correlata con la CCSVI, ma sono state osservate alterazioni morfologiche ed emodinamiche delle vene giugulari anche nei pazienti con SM. (2)



Considerando che la CCSVI è una nuova entità e deve essere ancora definita, oltre all'ecografia, abbiamo usato l'angiografia con MDC per registrare e valutare le ostruzioni venose extracraniche nei pazienti con SM. (3) La MDCT si è dimostrata essere una procedura molto affidabile per le ostruzioni venose extracraniche intraluminali e per la diagnosi di compressione extraluminale. (3)


Oltre alla MDCT, durante l'angioplastica venosa percutanea abbiamo misurato il gradiente di pressione prima e dopo l'angioplastica a vari livelli di ostruzione per confermare il significato emodinamico delle lesioni riscontrate. (3)


Sia nei pazienti con sclerosi multipla che nei soggetti sani di controllo, devono essere eseguiti l'ecografia, la MDCT o venografia con catetere e la misurazione del gradiente di pressione prima che possa essere fatta la diagnosi finale di CCSVI.



Infine, sono necessari studi prospettici multicentrici con follow-up di lungo periodo per risolvere i numerosi quesiti riguardanti la CCSVI che molti pazienti con SM con i loro medici pongono quotidianamente.


Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23518354

Commenti

Post popolari in questo blog

Rebif: reazioni avverse

I pazienti devono essere informati sulle più frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome si mil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono più evidenti all’inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravità con il proseguire del trattamento. Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l’uso dell’interferone. I pazienti in trattamento con Rebif devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l’eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rebif e trattati in modo approp...

Sclerosi multipla: registro dei farmaci neurologici sottoposti a monitoraggio

Linee Guida 2012 Tysabri clicca qui per scaricare (PDF) Modifiche Gilenya 4 giugno 2012 su Gilenya clicca qui per scaricare (PDF) Nuovi controlli sulla scheda di Eleggibilità/Diagnosi (30 aprile 2012) su Gilenya clicca qui per scaricare (DOC) nota informativa importante del 30 aprile 2012 su Gilenya comunicato stampa Ema Gilenya 30 aprile (PDF) comunicato stampa 23 aprile 2012 comunicato stampa Ema Gilenya (PDF) Avviso modifica scheda Diagnosi Gilenya (fingolimod) del 16/03/2012 Scarica messaggio circolare Nota Informativa Importante su Gilenya (fingolimod) del 30/01/2012 Scarica la nota Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Faq Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Sicurezza Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicazione AIFA del 16/01/2012 sulle schede Gilenya Comunicato schede Gilenya 2 Comunicazione AIFA del 07/12/2011 sulle schede Gilenya Comunicato s...

Le complicanze da puntura lombare (rachicentesi)

La rachicentesi è la metodica necessaria per poter eseguire esami diagnostici sul liquor cerebrospinale, cioè il liquido che normalmente circola nel midollo spinale e nel cervello. Tecnicamente consiste nell’introdurre un ago di adeguate dimensioni, circa 10 cm. di lunghezza, nello spazio vertebrale compreso tra le strutture posteriori di una vertebra (le lamine vertebrali) e quelle anteriori, ovvero la superficie posteriore dei corpi vertebrali. Tale è lo spazio peridurale in cui è contenuto il cosiddetto sacco durale che è una propaggine dell’involucro durale che avvolge il midollo spinale. Il sacco durale si prolunga fino alle prime vertebre sacrali, mentre il midollo spinale “si ferma” a livello dell’ultima vertebra dorsale, la 12°. Per tale motivo la puntura del sacco durale per “estrarre” il liquor in esso circolante viene praticata,in genere, tra la 3° e la 4° vertebra lombare. Per motivi che esulano da questa comunicazione, la puntura per il prelievo di liquor può essere f...