Articolo del 27 gennaio 2013 preso da Mediterranews.org
Non so in che cosa sia specialista il dr. Fossati ma il tentativo di associare gli studi sulla CCSVI del prof. Zamboni, che hanno già ricevuto numerose conferme a livello mondiale già regolarmente pubblicate, al " metodo Di Bella" assume un connotato molto sgradevole, tipico di chi ha un bias preconcetto verso una nuova teoria e con il quale risulta assai difficile dialogare, tanto da ricordare il famoso "riflesso di Semmelweis", che tutti i medici dovrebbero conoscere.
L'affermazione o meglio denigrazione che definisce come " falsa" l'associazione tra CCSVI e SM, è totalmente priva di fondamento e rappresenta una pura opinione personale da cui dissentono tanti ricercatori che hanno regolarmente pubblicato studi confermativi della teoria di Zamboni.
Curiosa la contraddizione poi quando critica il finanziamento (ndr: della Regione Emilia Romagna) ad uno studio multicentrico per la validazione scientifica di questa teoria (lo studio Brave Dreams), salvo poi chiedere studi di maggiore spessore rispetto al piccolo studio pilota di Zamboni, pubblicato nel 2009 e che ha aperto una nuova strada tutta da percorrere.
Quanto al fatto che i neurologi sarebbero " compatti in tutto il mondo nel respingere questa discutibile associazione" il dr. Fossati forse non conosce l'enorme conflitto d'interessi di molti di questi neurologi, che tra l'altro dovrebbero pubblicamente dichiarare nei loro studi.
Infine, per quanto riguarda il fatto che esistano " farmaci sino a poco tempo fa impensabili che hanno dato risultati ottimi, anche se ancora non ottimali", il dr. Fossati sembra poco informato: nessuno di questi farmaci si è dimostrato efficace verso tutte le forme di sclerosi multipla (vedi le PP) e gran parte di essi hanno pesanti effetti collaterali (fino alla morte) che rendono difficile il loro utilizzo a lungo termine. Altri ancora hanno dimostrato scarsa efficacia nel rallentare la disabilità come ad esempio il celebre e costoso interferone.
Non si tratta di opinioni personali ma ahimè di studi pubblicati nel 2012, ma forse poco pubblicizzati.
Alessandro Rasman
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