Passa ai contenuti principali

Sclerosi Multipla: persone sensibili al calore sono più tolleranti all'esercizio anaerobico che a quello aerobico

Studio pubblicato il 19 novembre 2012 su http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23166119

The MS Hospitals in Ry and Haslev, Denmark

La sensibilità al calore (HS) è riportata dal 58% di tutte le persone con sclerosi multipla (SM), causando l'esacerbazione dei sintomi eventualmente limitando la partecipazione di esercizio.
OBIETTIVO:
Lo scopo di questo studio era di testare l'ipotesi che esiste una relazione tra esercizio-indotto nel nucleo-temperatura (C(temp)) e le variazioni di intensità dei sintomi, e che l'esercizio di resistenza anaerobica (RE),come conseguenza di un minore aumento della temperatura, indurrà un minore peggioramento dei sintomi rispetto all'esercizio di resistenza aerobica (EE) in persone con SM con sensibilità al calore (HS).
METODI: 
In due giorni separati, 16 persone sensibili al calore con SM in modo casuale hanno completato una sessione di esercizi di resistenza anaerobica (RE) e di resistenza aerobica (EE), o EE e RE, rispettivamente. Il test è stato condotto pre, post e un'ora dopo l'esercizio e consisteva consisteva nel punteggio di Visual Analogue Scale (stanchezza, spasticità, dolore, forza, a piedi ed equilibrio), il 5-time sit-to-stand (5STS), il Multiple Sclerosis Functional Composite (MSFC) e l'influenza del corpo (Body Sway). 
Punteggi compositi descrivono media intensità soggettiva dei sintomi (SI) e il numero totale dei sintomi (SN) sono stati calcolati dai punteggi VAS.
RISULTATI:
C (temp) (0,9 ± 0,4 vs 0,3 ° C ± 0,1 ° C, p <0.001), SI (1,7 ± 1,9 cm vs 0,6 ± 1,5 cm, p <0.05) e SN (1.6 ± 1.9 vs 0.6 ± 2.1, p <0,05) è aumentato significativamente di più durante EE di RE. Variazioni di C (temperatura) correlati alle variazioni dei SI (r = 0.50, p <0.01). Nessuna differenza è stata osservata in 5STS, MSFC e segna l'oscillazione del corpo dopo EE rispetto al RE.
CONCLUSIONE:
Un esercizio-indotto con aumento di C (temperatura) è associato ad aumento del numero e la gravità dei sintomi percepiti in persone sensibili al calore con SM. Sulla base di questi risultati ci si aspetta che queste persone tollerino meglio l'esercizio anaerobico che quello aerobico.




Abstract
BACKGROUND:

Heat sensitivity (HS) is reported by 58% of all persons with multiple sclerosis (MS), causing symptom exacerbation possibly limiting exercise participation.
OBJECTIVE:

The purpose of this study was to test the hypotheses that (a) a relationship between exercise-induced changes in core-temperature (C(temp)) and changes in symptom intensity exists, and (b) that resistance exercise (RE), as a consequence of a minor increase in core temperature, will induce a lesser worsening of symptoms than endurance exercise (EE) in HS persons with MS.
METHODS:

On two separate days, 16 HS persons with MS randomly completed a session of RE and EE, or EE and RE, respectively. Testing was conducted pre, post and one hour after exercise and consisted of Visual Analogue Scale (VAS) scoring (fatigue, spasticity, pain, strength, walking and balance), the 5-time sit-to-stand (5STS), the Multiple Sclerosis Functional Composite (MSFC) and Body Sway. Composite scores describing average subjective symptom intensity (SI) and total number of symptoms (SN) were calculated from VAS scores.
RESULTS:

C(temp) (0.9±0.4°C vs 0.3±0.1°C, p<0.001), SI (1.7±1.9 cm vs 0.6±1.5 cm, p<0.05) and SN (1.6±1.9 vs 0.6±2.1, p<0.05) increased significantly more during EE than RE. Changes in C(temp) correlated to changes in SI (r=0.50, p<0.01). No differences were observed in 5STS, MSFC and Body Sway scores after EE when compared to RE.
CONCLUSION:

An exercise-induced increase in C(temp) is associated with increased number and severity of perceived symptoms in HS persons with MS. Based on these findings it is expected that HS persons with MS do tolerate RE better than EE.

Commenti

Post popolari in questo blog

Rebif: reazioni avverse

I pazienti devono essere informati sulle più frequenti reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome si mil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi sono più evidenti all’inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e gravità con il proseguire del trattamento. Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella popolazione dei malati di sclerosi multipla ed in associazione con l’uso dell’interferone. I pazienti in trattamento con Rebif devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l’eventuale comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante la terapia con Rebif e trattati in modo approp...

Sclerosi multipla: registro dei farmaci neurologici sottoposti a monitoraggio

Linee Guida 2012 Tysabri clicca qui per scaricare (PDF) Modifiche Gilenya 4 giugno 2012 su Gilenya clicca qui per scaricare (PDF) Nuovi controlli sulla scheda di Eleggibilità/Diagnosi (30 aprile 2012) su Gilenya clicca qui per scaricare (DOC) nota informativa importante del 30 aprile 2012 su Gilenya comunicato stampa Ema Gilenya 30 aprile (PDF) comunicato stampa 23 aprile 2012 comunicato stampa Ema Gilenya (PDF) Avviso modifica scheda Diagnosi Gilenya (fingolimod) del 16/03/2012 Scarica messaggio circolare Nota Informativa Importante su Gilenya (fingolimod) del 30/01/2012 Scarica la nota Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Faq Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) del 20/01/2012 - Sicurezza Comunicato Stampa EMA su Gilenya (fingolimod) Comunicazione AIFA del 16/01/2012 sulle schede Gilenya Comunicato schede Gilenya 2 Comunicazione AIFA del 07/12/2011 sulle schede Gilenya Comunicato s...

Le complicanze da puntura lombare (rachicentesi)

La rachicentesi è la metodica necessaria per poter eseguire esami diagnostici sul liquor cerebrospinale, cioè il liquido che normalmente circola nel midollo spinale e nel cervello. Tecnicamente consiste nell’introdurre un ago di adeguate dimensioni, circa 10 cm. di lunghezza, nello spazio vertebrale compreso tra le strutture posteriori di una vertebra (le lamine vertebrali) e quelle anteriori, ovvero la superficie posteriore dei corpi vertebrali. Tale è lo spazio peridurale in cui è contenuto il cosiddetto sacco durale che è una propaggine dell’involucro durale che avvolge il midollo spinale. Il sacco durale si prolunga fino alle prime vertebre sacrali, mentre il midollo spinale “si ferma” a livello dell’ultima vertebra dorsale, la 12°. Per tale motivo la puntura del sacco durale per “estrarre” il liquor in esso circolante viene praticata,in genere, tra la 3° e la 4° vertebra lombare. Per motivi che esulano da questa comunicazione, la puntura per il prelievo di liquor può essere f...