Articolo preso da http://www.ccsviitalia.org/10/post/2012/10/una-finestra-nell-occhio-rm-per-sm-addio.html
di Matteo Scibilia:
La connessione è comune. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima. E secondo due studi recentemente pubblicati dalla Johns Hopkins University, questa l'immagine prevalentemente spirituale assume adesso un fondamento scientifico.
I ricercatori della Johns Hopkins hanno scoperto che un sistema economico di scansione dell'occhio è in grado di valutare con precisione l'infiammazione del cervello nelle persone con devastanti malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla (SM). Lo strumento, noto come tomografia di coerenza ottica (OCT), esamina i nervi profondi nella parte posteriore dell'occhio, valutando gli strati fotosensibili del tessuto retinico. Il tutto con un costo che è un decimo di una risonanza magnetica, ed inoltre senza radiazioni dannose per il paziente sottoposto ad analisi.
Dice Peter A. Calabresi, MD, un professore di neurologia presso la Scuola di Medicina della Johns Hopkins University e capo degli studi:
"Le scansioni degli occhi non sono così costose, sono veramente sicure, e sono ampiamente utilizzate in oftalmologia, e ora che abbiamo le prove del loro valore predittivo nella SM, pensiamo che siano pronte per il debutto, Dovremmo usare questo nuovo strumento quantitativo per conoscere meglio la progressione della malattia, compresi i danni ai nervi e l'atrofia cerebrale."
Per un esame - i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Lancet Neurology - Calabresi e il suo team hanno misurato il rigonfiamento dello strato interno della retina in 164 pazienti con sclerosi multipla e 60 pazienti di controllo; e tutti sono stati sottoposti a RM per misurare il possibile 'gonfiore' nel cervello. Se, in un dato paziente, il gonfiore era particolarmente grave, si è proceduto con l'OCT, e i ricercatori hanno scoperto che il cervello ha mostrato un aumento corrsipondente di infiammazione, il che suggerisce un rapporto diretto tra gli organi.
In un secondo studio Calabresi e colleghi hanno esaminato occhi e scansioni del cervello di 84 pazienti affetti da SM e 24 controlli sani. Questa volta, si sono concentrati su due altri strati profondi della retina, lo strato di cellule gangliari + lo strato interno plessiforme (GCL + IPL), e lo strato peripapillare delle fibre nervose retiniche (pRFNL). Un maggiore danno cellulare in quelle zone è stato fortemente correlato con una maggiore atrofia nella materia grigia del cervello, e questo significa danni ai nervi dipendenti da SM.
Complessvamente entrambi gli studi hanno dimostrato l'efficacia della OTC per ottenere informazioni preziose sul cervello, attraverso l'occhio.
"Questo è un modo di ricavare informazioni sullo stato di salute dei nervi nella parte posteriore dell'occhio," ha detto Calabresi. "E ora che sappiamo in via definitiva ciò che sta accadendo nel resto del cervello, pensiamo che ogni centro per la SM dovrebbe utilizzare questa procedura, e stiamo iniziando alcuni studi che potrebbero avere applicazioni in altre malattie neurologiche come il morbo di Alzheimer, e forse il morbo di Parkinson. "
"La parte sorprendente è che questa infiammazione nell' occhio, che è quella che noi chiameremmo edema maculare - il gonfiore nella parte posteriore dell'occhio, la retina - in precedenza è stata in gran parte collegata con i pazienti affetti da diabete o in genere nei pazienti più anziani, "ha detto Calabresi. "Non era stata descritta in precedenza bei pazienti con sclerosi multipla, e questa era una sorpresa. E lanche 'entità della infiammazione era una sorpresa. Stavamo procedendo nell'ipotesi che l'occhio potesse essere una finestra nel cervello, quindi il fatto che abbiamo avuto un valore predittivo per i parametri del cervello di SM non è stato del tutto sorprendente, ma ovviamente siamo contenti che i risultati sono stati altamente significativi. "
I risultati suggeriscono che la neurologia possa utilizzare le scansioni OCT come mezzo per sviluppare ulteriormente le procedure di prognosi nelle fasi iniziali della sclerosi multipla e di altre condizioni simili.
"In realtà non è diagnostica: è prognostica," ha aggiunto Calabresi . "Hai ancora bisogno di altre informazioni per la diagnosi della malattia e i risultati che stiamo guardando non sono necessariamente specifici della SM. Ma io credo che avranno un ruolo nella valutazione dei pazienti e determinare se sono a rischio di forme più aggressive della malattia. "
Calabresi ha elencato i seguenti principali aspetti medici e specialistici da tener presenti a proposito di questa ricerca:
Queste piccole micro-cisti che sono una forma di edema maculare possono effettivamente verificarsi in persone giovani con SM. Se la gente vede o sente di avere edema maculare, dovrebbe cominciare a guardare al di là l'occhio, pensando che questo potrebbe essere un segno di infiammazione anche nel resto del cervello.
La SM non può essere una malattia che è limitata alle porzioni mielinizzate del sistema nervoso. Pensiamo che questo possa davvero cambiare il nostro pensiero sulla SM, portandoci a guardare alla SM come una malattia infiammatoria del sistema nervoso.
Questo metodo potrebbe essere utilizzato come misurazione dei risultai negli studi clinici e delle terapie riparative.
The connection is common. Eyes are like windows — they can reveal as much about a person as a bay casement can about the room it illuminates. And according to two studies recently released by Johns Hopkins University, that predominantly spiritual image may, now more firmly than ever, actually have a basis in scientific fact.
Johns Hopkins researchers found that an inexpensive eye scan system has the ability to assess brain inflammation accurately in people with devastating autoimmune disorders, such as multiple sclerosis (MS). The tool, known as optical coherence tomography (OCT), surveys the nerves deep in the rear of the eye, evaluating previously immeasurable layers of light-sensitive retinal tissue. What’s more, an OCT costs one-tenth of an MRI; it also doesn’t apply harmful radiation to the patient being tested.
"Eye scans are not that expensive, are really safe, and are widely used in ophthalmology, and now that we have evidence of their predictive value in MS, we think they are ready for prime time,” Peter A. Calabresi, MD, a professor of neurology at the Johns Hopkins University School of Medicine and leader of the studies, said in a news release. “We should be using this new quantitative tool to learn more about disease progression, including nerve damage and brain atrophy."
For one examination — the results of which were published in the journal Lancet Neurology — Calabresi and his team measured the swelling of the inner layer of the retina in 164 patients with MS; 60 control patients were also involved, and all of the studies’ cohort were given MRIs to measure possible swelling in the brain. If swelling was particularly severe in a given patient’s OCT scan, researchers found that the brain showed a similar increase in inflammation, suggesting a direct relationship between the organs.
In a second study Calabresi and colleagues looked at eye and brain scans of 84 MS patients and 24 healthy controls. This time, they focused on two other deep retinal layers, the ganglion cell layer + inner plexiform layer (GCL+IPL), and the peripapillary retinal nerve fiber layer (pRFNL). Greater cell wasting in those areas was strongly correlated with more atrophy in the gray matter of the brain, signifying more nerve damage from MS.
Collectively, both studies trumpeted the effectiveness of OCTs in relaying valuable information about the brain, through the eye.
“It’s a way of driving quantitative information about how healthy the nerves are in the back of the eye,” Calabresi said. “And now that it definitively relates to what’s happening in the rest of the brain, we think that certainly every MS clinic should have this and we’re starting to develop some evidence that it may have applications in other neurological diseases like Alzheimer’s disease, maybe Parkinson’s disease.”
Calabresi expressed to PhysBizTech that while some of the results were surprising, information such as this was right on point.
“The surprising part was that the patient has much inflammation in their eyes and actually had what we would call macular edema — the swelling in the back of the eye, the retina, that had previously been mostly linked with patients who have diabetes or typically if they were older patients,” he said. “It hadn’t been described in many patients who had multiple sclerosis previously, so that was a surprise. And the extent of the inflammation was a surprise. We were going into this hypothesizing that the eye was going to be a window into the brain, so the fact that it did have a predictive value for the brain parameters of MS was not totally surprising, but of course we were pleased that the results were highly significant.”
The findings suggest that more of neurology become acquainted with OCT scans as a means to further develop prognosis practices in the beginning stages of MS and other similar conditions.
“It’s really not diagnostic; it’s prognostic,” Calabresi added. “You still need other information to diagnosis the disease and the findings that we are looking at are not necessarily specific to MS, they can be seen in other disease. But I do think that they will have a role in assessing patients and determining whether they are at risk for more aggressive forms of the disease.”
Calabresi listed the following as key aspects physicians and specialist should remember about the research:
1. These little micro-cysts that are a form of macular edema can actually occur in young people with MS. If people see or hear that they have macular edema, they should start thinking beyond the eye, thinking that this could be a sign of inflammation in the rest of the brain as well.
2. MS may not be a disease that’s limited to the milinated portions of the nervous system. We think that this may really shift our thinking about MS, guide us toward thinking about MS as an inflammatory disease of the nervous system and not just the milan.
3. This [method] could be used as an outcome measure in clinical trials, reparative therapies.
Source: PhysBizTech © 2012 MedTech Media (19/10/12)
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