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Tavola rotonda all’Umberto I Policlinico di Roma sul tema «Sclerosi multipla, quali terapie?» organizzata su iniziativa degli studenti di medicina dell’Università “Sapienza” di Roma.
Presenti, oltre al Magnifico Rettore della “Sapienza” Luigi Frati, il prof. Eugenio Gaudio, Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia e il prof. Adriano Redler , Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, nonché il Direttore Generale dell’Umberto I, Domenico Alessio, e il senatore Domenico Gramazio, vice presidente della Commissione Igiene e Sanità.
Nel nostro Paese si contano 65mila casi di sclerosi multipla. La terribile malattia neurodegenerativa colpisce un malato ogni 4 ore. Il 50% delle persone si ammala fra i 20 e i 30 anni di età e ha effetti invalidanti e imprevedibili.
Al convegno ha preso parte il prof. Paolo Zamboni, angiologo ferrarese che ha evidenziato il nesso tra sclerosi Multipla e CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebrospinale).
Zamboni ritiene che l’anomalia del flusso sanguigno, dovuto a restringimenti delle vene del sistema nervoso centrale, concorra al danno dei tessuti che caratterizza la malattia, suggerendo un intervento di angioplastica.
Fino ad oggi, la terapia indicata per la cura della sclerosi multipla è stata prevalentemente di tipo farmacologico, con il ricorso a Interferone Beta e glatiramer acetato, mentre gli studi del prof. Zamboni aprono nuovi scenari.
Intervenuto anche il prof. Francesco Fedele , che ha tenuto una relazione approfondita sulla tecnica CCSVI.
All’incontro con gli studenti ha preso parte il prof. Mariano Bizzarri, presidente del Consiglio Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, ente coinvolto nei progetti di ricerca sulla sclerosi multipla.
“Stiamo seguendo alcuni progetti di ricerca - ha spiegato Bizzarri - sia sulla base di modelli a terra, sia sul modello reale nella condizione di microgravità delle stazioni spaziali. Gli astronauti rappresentano infatti un modello fisiologico naturale, di ritardato svuotamento venoso del distretto encefalico”.
Dal prossimo mese, nei chioschi dell’Agenzia Spaziale Italiana di Anzio e Nettuno, i malati di sclerosi multipla potranno accedere alla diagnosi di CCSVI, con l’ausilio dello staff di Zamboni e del Policlinico Umberto I.
Tavola rotonda all’Umberto I Policlinico di Roma sul tema «Sclerosi multipla, quali terapie?» organizzata su iniziativa degli studenti di medicina dell’Università “Sapienza” di Roma.
Presenti, oltre al Magnifico Rettore della “Sapienza” Luigi Frati, il prof. Eugenio Gaudio, Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia e il prof. Adriano Redler , Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, nonché il Direttore Generale dell’Umberto I, Domenico Alessio, e il senatore Domenico Gramazio, vice presidente della Commissione Igiene e Sanità.
Nel nostro Paese si contano 65mila casi di sclerosi multipla. La terribile malattia neurodegenerativa colpisce un malato ogni 4 ore. Il 50% delle persone si ammala fra i 20 e i 30 anni di età e ha effetti invalidanti e imprevedibili.
Al convegno ha preso parte il prof. Paolo Zamboni, angiologo ferrarese che ha evidenziato il nesso tra sclerosi Multipla e CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebrospinale).
Zamboni ritiene che l’anomalia del flusso sanguigno, dovuto a restringimenti delle vene del sistema nervoso centrale, concorra al danno dei tessuti che caratterizza la malattia, suggerendo un intervento di angioplastica.
Fino ad oggi, la terapia indicata per la cura della sclerosi multipla è stata prevalentemente di tipo farmacologico, con il ricorso a Interferone Beta e glatiramer acetato, mentre gli studi del prof. Zamboni aprono nuovi scenari.
Intervenuto anche il prof. Francesco Fedele , che ha tenuto una relazione approfondita sulla tecnica CCSVI.
All’incontro con gli studenti ha preso parte il prof. Mariano Bizzarri, presidente del Consiglio Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, ente coinvolto nei progetti di ricerca sulla sclerosi multipla.
“Stiamo seguendo alcuni progetti di ricerca - ha spiegato Bizzarri - sia sulla base di modelli a terra, sia sul modello reale nella condizione di microgravità delle stazioni spaziali. Gli astronauti rappresentano infatti un modello fisiologico naturale, di ritardato svuotamento venoso del distretto encefalico”.
Dal prossimo mese, nei chioschi dell’Agenzia Spaziale Italiana di Anzio e Nettuno, i malati di sclerosi multipla potranno accedere alla diagnosi di CCSVI, con l’ausilio dello staff di Zamboni e del Policlinico Umberto I.
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