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Cellule staminali difendono da tumore al cervello

Studi fatti in modelli animali ora servono conferme da studi clinici

Secondo una ricerca pubblicata su Nature Medicine il cervello "giovane" è dotato di armi di autodifesa per proteggersi dai tumori. Si tratterebbe di molecole, prodotte da un tipo di cellule staminali, che vengono "puntate" contro le cellule tumorali per indurle al suicidio.

Lo studio è stato coordinato dal Max Delbruck Institute di Berlino e dalla Ludwig Maximilians University di Monaco di Baviera, cui hanno partecipato anche gli Istituti di Chimica Biomolecolare e di Cibernetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Pozzuoli (Napoli).

I ricercatori hanno scoperto che nel cervello più giovane dei topi esistono delle cellule staminali nervose, le cosiddette cellule progenitrici neurali, che vengono allertate quando compare il tumore (chiamato glioblastoma).

Una volta migrate sul posto, iniziano a produrre le loro armi di autodifesa, ovvero delle molecole derivate da acidi grassi note come endovanilloidi. Come delle "chiavi in una serratura", queste molecole vanno a legarsi in modo specifico a un recettore chiamato TRPV1 presente in grandi quantità sulla superficie delle cellule tumorali, attivando una cascata di segnali che le inducono al "suicidio".

«Questa scoperta potrebbe spiegare perché il glioblastoma è un tipo di tumore più frequente negli anziani, che hanno una produzione più bassa di cellule staminali nervose» spiega Vincenzo Di Marzo, coordinatore del gruppo di ricerca sugli endocannabinoidi del Cnr di Pozzuoli.

«Ovviamente questi studi sono stati fatti in modelli animali - aggiunge l'esperto - e bisognerebbe attendere comunque i risultati di studi clinici ad hoc. Lo studio però non si limita a dimostrare il ruolo delle cellule staminali nervose nel controllo del glioblastoma, ma ne indica anche il meccanismo molecolare. Ciò potrebbe consentire l'uso come antitumorali di molecole sintetiche o naturali che attivano lo stesso meccanismo».

I ricercatori hanno infatti iniziato a muoversi in questa direzione, riuscendo a ricreare lo stesso meccanismo di autodifesa nel cervello dei topi adulti usando un vanilloide sintetico chiamato arvanil, precedentemente sviluppato nei laboratori di Vincenzo Di Marzo.



Studies in animal models now serve confirmation from clinical trials

According to research published in Nature Medicine, the brain "young" has weapons of self defense to protect against tumors. This would be molecules, produced by a type of stem cells, which are "bets" against the tumor cells to induce them to suicide.

The study was coordinated by the Max Delbruck Institute in Berlin and Ludwig Maximilians University of Monaco of Bavaria, also attended the Institute of Biomolecular Chemistry and Cybernetics of the National Research Council (CNR), Pozzuoli (Naples).

The researchers found that younger brains of mice are neural stem cells, the so-called neural progenitor cells, which are alerted when you see the tumor (called glioblastoma).

Once migrated in place, begin to produce their weapons of self defense, or of molecules derived from fatty acids known as endovanilloidi. As the "key in a lock", go to these molecules specifically binding to a receptor called TRPV1 present in large amounts on the surface of cancer cells, triggering a cascade of signals that lead to "suicide".

"This discovery could explain why glioblastoma is a type of cancer more common in the elderly, who have a lower production of neural stem cells," says Vincenzo Di Marzo, coordinator of the research group of the CNR in Pozzuoli on endocannabinoids.

"Obviously, these studies have been done in animal models - adds the expert - and you should still wait for the results of clinical trials for this purpose. The study, however, is not limited to demonstrate the role of neural stem cells in the control of glioblastoma, but it also indicates the molecular mechanism. This could allow the use as antitumor of synthetic or natural molecules that activate the same mechanism. "

Investigators have begun to move in this direction, managing to recreate the same mechanism of self-defense in the brains of adult mice using a synthetic vanilloid called arvanil, previously developed in the laboratories of Vincenzo Di Marzo.

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