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La sperimentazione del Metodo Zamboni può divenire eccellenza

Paola Giorgi, consigliere regionale dell'Italia dei Valori parla della sperimentazione Zamboni come metodo di eccellenza. Ieri su http://www.maceratanotizie.it/ stato pubblicato l'articolo che vi riporto di seguito:



Condivido la posizione espressa da Gazzani e dalla Fondazione Carima in merito alle assurde incertezze sulla possibilità di avviare anche nelle Marche la sperimentazione del Metodo Zamboni sulla correlazione tra CCSVI e Sclerosi Multipla ed ho stimolato il dibattito in Consiglio Regionale grazie alla presentazione di una specifica mozione.

Purtroppo, nonostante la Regione Marche avesse avviato già dal 2010 le procedure per la sperimentazione, ad oggi ancora non si è iniziata: ho la sensazione che certi tentativi di modifica del percorso intrapreso nascondano la volontà di bloccare di fatto la sperimentazione o di favorire i soliti amici degli amici non in linea con la sperimentazione stessa. La nostra Regione, grazie e una specifica delibera, ha individuato un percorso ed una specifica titolarità degli interventi previsti: presso l'Ospedale di Civitanova, che ha già ottenuto la certificazione da parte del prof. Zamboni, si dovrebbe svolgere la parte diagnostica, grazie all' impegno della Fondazione Carima a fornire strumenti tecnicamente avanzati eco Doppler; all' ospedale di Macerata spetta la prestazione terapeutica presso la Radiologia Interventistica con i nostri radiologi interventisti già accreditati da Zamboni. Lo studio neurologico è di competenza della Clinica Universitaria Neurologica di Ancona.

Lo studio del Prof. Zamboni ha portato alla scoperta di una sindrome, la CCSVI (insufficienza Venosa Cronica cerebro spinale) caratterizzata da stenosi venose sopratutto nelle vene giugulari interne che comporta un insufficiente deflusso del sangue dal cervello. Ne deriva un ristagno sanguigno cronico che impedisce l'eliminazione delle scorie e tossine favorendo un anomalo accumulo di ferro nel cervello con l'effetto di danneggiare il tessuto celebrale scatenando processi infiammatori che fino ad oggi vengono trattati solo con i farmaci. Questa stenosi venosa sarebbe facilmente risolvibile attraverso un semplice intervento di angioplastica dilatativa alle vene giugulari. La sperimentazione avviata dal Prof. Zamboni tende a dimostrare una correlazione tra la CCSVI e la Sclerosi Multipla e i suoi studi hanno portato alla formulazione di una importante ipotesi scientifica atta a dimostrare appunto che la CCSVI è presente nella maggior parte dei pazienti affetti da sclerosi multipla.

E' chiara quindi l'importanza della sperimentazione di una scoperta che può dare una speranza concreta di miglioramento di vita ai malati di sclerosi multipla. C'e' però da evidenziare come lo Studio del prof. Zamboni abbia avuto fortissime opposizioni sopratutto da parte di lobby legate agli istituti farmaceutici, opposizioni che si sono palesate in diversi livelli istituzionali e che hanno persino sconsigliato al Prof. Zamboni di andare a presentare il proprio percorso di sperimentazione. Credo che non ci sia più tempo da perdere, per rispetto dei tanti malati di sclerosi che vedono in questa sperimentazione una speranza di miglioramento delle proprie condizioni di vita. L' assessorato rimuova al più presto gli ostacoli e dia il via alla sperimentazione nelle Marche così come prevede il percorso già avviato.

da Paola Giorgi
consigliere regionale IdV

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