Dall'articolo del 15 maggio 2012 da http://espresso.repubblica.it/ di Francesca Sironi:
"Il futuro è in farmacia"
di Francesca Sironi
Cosa sono e come funzionano i farmaci a base di cannabis? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Di Marzo, direttore di ricerca del CNR all'Università Federico II di Napoli, con un gruppo specializzato sugli endocannabinoidi
In quali campi medici è stata provata, dalla comunità scientifica internazionale, l'efficacia dei farmaci a base di cannabinoidi? Per quali cure?
«Quando si parla di 'farmaci a base di cannabinoidi' si intendono essenzialmente farmaci a base di THC (marinol, dronabinol), che è il principio psicotropo della famigerata pianta, oppure basati su un derivato sintetico del THC, il nabilone. Per tali preparati, somministrati in forma orale, esiste una forte evidenza clinica della loro efficacia come anti-emetici e per il trattamento della cachessia (perdita di massa muscolare) in malati di cancro sotto chemioterapia e di Aids».
Rispetto alla terapia del dolore, sono più invasivi i cannabinoidi o i morfinacei?
«Sicuramente gli oppiacei sono più invasivi e posseggono un potenziale d'abuso maggiore, ma sono anche più efficaci nell'alleviare il dolore. In modelli animali, però, si è visto come la co-somministrazione di cannabinoidi ed oppiacei può rendere l'effetto dei primi ancora più efficace e meno soggetto al fenomeno di tolleranza, abbassandone le dosi necessarie per ottenere il desiderato effetto antidolorifico. Credo che una certa riluttanza ci sia sempre stata sia verso l'uso degli oppiacei che dei cannabinoidi, ma questi ultimi sono stati studiati clinicamente solo in tempi più recenti e sono ancora un oggetto di pregiudizio più che di conoscenza. Quindi si conoscono meno degli oppiacei».
Quali sono i principali effetti positivi e invece le controindicazioni di questo tipo di farmaci?
«Non ne sappiamo ancora abbastanza. Gli studi in modelli animali sembrano suggerire un'applicazione vastissima, ed in quasi tutti i tipi di patologie (neurologiche, metaboliche, psichiatriche, infiammatorie, cardiovascolari, ecc.), delle varie strategie che si possono utilizzare per aumentarne l'efficacia e ridurne gli effetti collaterali. Tra questi ultimi, quelli che preoccupano di più sono gli effetti al livello del sistema nervoso centrale, ma questo discorso riguarda solo il THC ed i suoi analoghi, mentre altri cannabinoidi sembrano essere più tollerabili e sicuri da questo punto di vista».
"Il futuro è in farmacia"
di Francesca Sironi
Cosa sono e come funzionano i farmaci a base di cannabis? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Di Marzo, direttore di ricerca del CNR all'Università Federico II di Napoli, con un gruppo specializzato sugli endocannabinoidi
In quali campi medici è stata provata, dalla comunità scientifica internazionale, l'efficacia dei farmaci a base di cannabinoidi? Per quali cure?
«Quando si parla di 'farmaci a base di cannabinoidi' si intendono essenzialmente farmaci a base di THC (marinol, dronabinol), che è il principio psicotropo della famigerata pianta, oppure basati su un derivato sintetico del THC, il nabilone. Per tali preparati, somministrati in forma orale, esiste una forte evidenza clinica della loro efficacia come anti-emetici e per il trattamento della cachessia (perdita di massa muscolare) in malati di cancro sotto chemioterapia e di Aids».
Rispetto alla terapia del dolore, sono più invasivi i cannabinoidi o i morfinacei?
«Sicuramente gli oppiacei sono più invasivi e posseggono un potenziale d'abuso maggiore, ma sono anche più efficaci nell'alleviare il dolore. In modelli animali, però, si è visto come la co-somministrazione di cannabinoidi ed oppiacei può rendere l'effetto dei primi ancora più efficace e meno soggetto al fenomeno di tolleranza, abbassandone le dosi necessarie per ottenere il desiderato effetto antidolorifico. Credo che una certa riluttanza ci sia sempre stata sia verso l'uso degli oppiacei che dei cannabinoidi, ma questi ultimi sono stati studiati clinicamente solo in tempi più recenti e sono ancora un oggetto di pregiudizio più che di conoscenza. Quindi si conoscono meno degli oppiacei».
Quali sono i principali effetti positivi e invece le controindicazioni di questo tipo di farmaci?
«Non ne sappiamo ancora abbastanza. Gli studi in modelli animali sembrano suggerire un'applicazione vastissima, ed in quasi tutti i tipi di patologie (neurologiche, metaboliche, psichiatriche, infiammatorie, cardiovascolari, ecc.), delle varie strategie che si possono utilizzare per aumentarne l'efficacia e ridurne gli effetti collaterali. Tra questi ultimi, quelli che preoccupano di più sono gli effetti al livello del sistema nervoso centrale, ma questo discorso riguarda solo il THC ed i suoi analoghi, mentre altri cannabinoidi sembrano essere più tollerabili e sicuri da questo punto di vista».
Come procede la ricerca in Italia?
«In ambito accademico, il campo dei cannabinoidi e degli endocannabinoidi è 'caldissimo', e anche l'industria farmaceutica vi dedica molta attenzione. Il nostro gruppo ha iniziato a lavorare in questo settore quasi vent'anni fa e oggi non ci sentiamo più soli. E' questione di tempo, ma credo che ci saranno in futuro molti farmaci basati su cannabinoidi ed endocannabinoidi».
La Bayer ha iniziato a commercializzare in Europa, partendo dall'Inghilterra, un farmaco di nome Sativex, che sta avendo grande successo. Di cosa si tratta?
«Il Sativex è una miscela di due estratti da due varianti di cannabis selezionate per contenere preferenzialmente THC e cannabidiolo. Questo è un cannabinoide non psicotropo che mitiga alcuni effetti psicotropici del THC e pare produca effetti analgesici ed anti-infiammatori per se (almeno in modelli animali). Il risultato è un vero e proprio "farmaco botanico" a base di THC e cannabidiolo in un rapporto 1:1, che, grazie alla presenza del cannabidiolo stesso, consente di tollerare e somministrare dosi più alte di THC. Il tutto però in forma di spray orale, cosa che dà modo al paziente di trovare la dose più efficace. Il Sativex viene venduto in Canada per il trattamento del dolore in pazienti con cancro e sclerosi multipla, ed è stato approvato in molti Paesi Europei per alleviare la spasticità tipica di quest'ultima patologia. La sua efficacia è stato dimostrata in numerosi studi clinn solo ici. Questo farmaco botanico sembra aver infranto almeno due tabù: che si possa sviluppare un farmaco (e nosupplementi dietetici) da un estratto botanico e che si possa ottenere un farmaco dai cannabinoidi».
«In ambito accademico, il campo dei cannabinoidi e degli endocannabinoidi è 'caldissimo', e anche l'industria farmaceutica vi dedica molta attenzione. Il nostro gruppo ha iniziato a lavorare in questo settore quasi vent'anni fa e oggi non ci sentiamo più soli. E' questione di tempo, ma credo che ci saranno in futuro molti farmaci basati su cannabinoidi ed endocannabinoidi».
La Bayer ha iniziato a commercializzare in Europa, partendo dall'Inghilterra, un farmaco di nome Sativex, che sta avendo grande successo. Di cosa si tratta?
«Il Sativex è una miscela di due estratti da due varianti di cannabis selezionate per contenere preferenzialmente THC e cannabidiolo. Questo è un cannabinoide non psicotropo che mitiga alcuni effetti psicotropici del THC e pare produca effetti analgesici ed anti-infiammatori per se (almeno in modelli animali). Il risultato è un vero e proprio "farmaco botanico" a base di THC e cannabidiolo in un rapporto 1:1, che, grazie alla presenza del cannabidiolo stesso, consente di tollerare e somministrare dosi più alte di THC. Il tutto però in forma di spray orale, cosa che dà modo al paziente di trovare la dose più efficace. Il Sativex viene venduto in Canada per il trattamento del dolore in pazienti con cancro e sclerosi multipla, ed è stato approvato in molti Paesi Europei per alleviare la spasticità tipica di quest'ultima patologia. La sua efficacia è stato dimostrata in numerosi studi clinn solo ici. Questo farmaco botanico sembra aver infranto almeno due tabù: che si possa sviluppare un farmaco (e nosupplementi dietetici) da un estratto botanico e che si possa ottenere un farmaco dai cannabinoidi».
"The future is in pharmacy"
Francesca Sironi
What are the mechanics of cannabis-based drugs? We asked Vincenzo Di Marzo, research director of the CNR at the University Federico II of Naples, with a specialist group on endocannabinoids
In such medical camps have been established, the international scientific community, the effectiveness of drugs based on cannabinoids? For cures?
"When we speak of 'cannabinoid-based drugs' are essentially based drug THC (Marinol, dronabinol), which is the beginning of the notorious psychotropic plant, or based on a synthetic derivative of THC, nabilone. For such preparations, administered orally, there is strong clinical evidence of their effectiveness as anti-emetics and for the treatment of cachexia (muscle wasting) in cancer patients undergoing chemotherapy and AIDS. "
With respect to pain relief, cannabinoids are more invasive or morfinacei?
"Surely opiates are more invasive and possess a greater potential for abuse, but they are also more effective in relieving pain. In animal models, however, is seen as the co-administration of cannabinoids and opioids can make the effect of first even more effective and less prone to the phenomenon of tolerance, lowering the dose required to achieve the desired analgesic effect. I believe that there has always been reluctant towards the use of opiates is that the cannabinoids, but these have been studied clinically only in more recent times and are still an object of prejudice rather than knowledge. So you are less familiar with the opiate. "
What are the main benefits and drawbacks of this type instead of drugs?
"I do not know enough yet. Studies in animal models suggest very broad applications, and in almost all types of diseases (neurological, metabolic, psychiatric, inflammatory, cardiovascular, etc..), The various strategies you can use to increase effectiveness and reduce their side effects. Among them, those who are more concerned with the effects at the level of the central nervous system, but this discussion concerns only the THC and its analogs, while other cannabinoids seem to be more tolerable and safe from this point of view. "
How is research in Italy?
"In academia, the field of cannabinoids and endocannabinoids is 'hot', and also the pharmaceutical industry devotes much attention. Our group started work in this area almost twenty years ago and now we no longer feel alone. It 'a matter of time, but I think there will be many future drugs based on cannabinoids and endocannabinoids. "
Bayer began marketing in Europe, from England, a drug called Sativex, which has enjoyed great success. What is this?
"Sativex is a mixture of two extracts from two variants of cannabis selected to contain preferentially THC and cannabidiol. This is a non-psychotropic cannabinoid which mitigates some psychotropic effects of THC and seems to produce anti-inflammatory and analgesic effects per se (at least in animal models). The result is a true "botanical drug" on the basis of THC and cannabidiol in a 1:1 ratio, which, thanks to the presence of cannabidiol, it allows to tolerate and administer higher doses of THC. All this, however, in the form of oral spray, which gives way to the patient to find the most effective dose. Sativex is sold in Canada for the treatment of pain in patients with cancer and multiple sclerosis, and has been approved in many European countries to relieve spasticity typical of this disease. Its effectiveness has been demonstrated in numerous studies clinn only ici. This botanical drug seems to have broken at least two taboos: that we can develop a drug and a botanical extract that you can get a medication from cannabinoids. "
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