Gli acidi grassi Omega 3 non sembrano avere effetti benefici nella sclerosi multipla. Sono queste le conclusioni di una ricerca condotta in Norvegia presso l'Ospedale dell'Università Haukeland di Bergen con l'obiettivo di studiare la funzione antinfiammatoria degli omega 3.
Questi acidi, che si trovano in diversi alimenti come l'olio di pesce e il salmone, sono stati spesso indicati come un'utile cura nel trattamento della sintomatologia della sclerosi multipla, assunti da soli o in combinazione con alcuni farmaci come l'interferone.
La ricerca ha preso in esame 92 malati di sclerosi multipa recidivante remittente di età compresa tra i 18 ed i 55 anni ed ha somministrato questi acidi alla metà di loro, riservando agli altri un trattamento placebo. Dopo 6 mesi, tutti i soggetti sono stati sottoposti a trattamento con interferone beta 1a per alri 18 mesi, tre volte alla settimana.
Alla fine del ciclo, tutti i pazienti sono stati sottoposti a risonanza magnetica e nessuna differenza è stata rilevata tra i malati nell'avanzamento delle lesioni, così come nello standar di qualità della vita, nel senso di affaticamento e nel numero di ricadute.
Lo studio vuole mettere in evidenza che gli acidi omega 3 non possono contribuire alla cura della sclerosi multipla, ma naturalmente ciò non esclude che assumerli sia positivo per il cuore e per altri organi, aiutando quindi a mantenere un migliore stato di salute.
These acids, which are found in various foods such as fish oil and salmon, have often been referred to as a useful treatment in the treatment of symptoms of multiple sclerosis, taken alone or in combination with certain drugs such as interferon.
The research examined 92 patients with relapsing remitting MS multipa agedbetween 18 and 55 years and has given these acids in the middle of them,allowing others a placebo. After 6 months, all subjects were treated with interferonbeta-1a for alri 18 months, three times a week.
At the end of the cycle, all patients were subjected to magnetic resonance and no difference was detected between patients in the advancement of the lesions, as well as in the standardization of quality of life, in the sense of fatigue, and in the number of relapses.
The study intends to put forward evidence that omega 3 may not contribute to thetreatment of multiple sclerosis, but of course this does not mean that hiring is good for the heart and other organs, thereby helping to maintain a better state of health.
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