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Sclerosi Multipla: BG-12 e gli altri

Articolo del 18 novembre 2013 preso da

di Matteo Scibilia


Avevamo già parlato di BG-12 (vedi BG-12 La nuova terapia orale sta per arrivare sul mercato e Guerra nell'Industria Farmaceutica per il business miliardario della SM).

E' stata recentemente effettuata una revisione degli studi su BG-12(dimetilfumarato) [1], confrontandoli con i dati relativi alla efficacia(?) dei farmaci (cosiddetti) "modificanti la malattia (DMTs)" [2].
Da questa comparazione si potrebbe dedurre che BG-12:

vince contro interferone, glatimer acetato (copaxone) e teriflunomide
pareggia con fingolimod (gilenya)
perde con natalizumab (tysabri)I dati si riferiscono a malati di SM con forma RR, e prendono in considerazione il Tasso Annuale di Ricaduta.

Che sia più efficace rispetto ad interferone e copaxone non può meravigliare più di tanto, considerato il tasso di inefficacia degli stessi, e addirittura della sua pericolosità secondo altri. [3]
Potrebbe meravigliare un po' il confronto con teriflunomide, verso il quale da parte di molti neuro è stato creato uno stato d'attesa, grazie anche a dichiarazioni entusiaste da parte del number one della Neurologia nazionale, il prof. Giancarlo Comi, secondo il quale “I risultati dello studio TOPIC mostrano l’efficacia di teriflunomide 14 mg impiegata già in occasione del primo attacco di malattia, un dato particolarmente importante trattandosi di un farmaco diretto contro i meccanismi immunologici alla base della sclerosi multipla”[4].

In effetti, noi avevamo già attirato l'attenzione su questo strano "entusiasmo" (Aubagio come Interferone ma con entusiasmo). Adesso questa revisione rappresenta una interessante conferma.




Efficacy and safety of BG-12 (dimethyl fumarate) and other disease modifying therapies for the treatment of relapsing-remitting multiple sclerosis: a systematic review and mixed treatment comparison
Interferone beta-1a e beta-1b, glatimer acetato, fingolimod, natalizumab, e teriflunomide

Ulteriori conferme sulla negatività dell'Interferone nella SM

http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?approfondimento_id=4176



Abstract


Abstract Objective: Currently, direct comparative evidence or head-to-head data between BG-12 (dimethyl fumarate) and other disease-modifying treatments (DMTs) is limited. This study is a systematic review and data synthesis of published randomized clinical trials comparing the efficacy and safety of existing DMTs to BG-12 for Relapsing-Remitting Multiple Sclerosis (RRMS). Methods: A systematic review was conducted by searching MEDLINE, EMBASE, and the Cochrane Library for English-language publications from 1 January 1960 to 15 November 2012. Clinicaltrials.gov, metaRegister of Controlled Trials, and conference proceedings from relevant annual symposia were also hand searched. Two independent reviewers collected and extracted data, with discrepancies reconciled by a third reviewer. Included studies were randomized controlled trials (RCTs) of DMTs (interferon [IFN] beta-1a, IFN beta-1b, glatiramer acetate [GA], BG-12, fingolimod, natalizumab, and teriflunomide) in adults with RRMS. Mixed treatment comparisons were conducted to derive the relative effect size for the included treatments. Annualized relapse rate (ARR), disability progression, and safety outcomes were assessed. Results: BG-12 240 mg twice a day (BID) significantly reduces ARR compared to placebo (Rate Ratio: 0.529 [95% CI: 0.451 - 0.620]), IFNs (0.76 [95% CI: 0.639 - 0.904]), GA (0.795 [95% CI: 0.668 - 0.947]), and teriflunomide 7 mg and 14 mg (0.769 [95% CI: 0.610 - 0.970] and 0.775 [95% CI: 0.614 - 0.979]), and does not show a significant difference when compared to fingolimod. Only natalizumab was significantly superior to BG-12 in reducing ARR. BG-12 also demonstrated favorable results for disability and safety outcomes. Conclusion: Based on indirect comparison, BG-12 offers an effective oral treatment option for patients with RRMS with an overall promising efficacy and safety profile compared to currently approved DMTs. Key limitations of the systematic review were the large heterogeneity in patients enrolled, and the variability in the definition of outcomes in included trials.

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