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CCSVI: Metodo Zamboni inutile per la sclerosi multipla

e se lo dicono loro...allora...





SASSARI. La sclerosi multipla non è associata in alcun modo all’insufficienza cronica venosa. Di conseguenza viene meno la congruità scientifica del metodo ideato da Paolo Zamboni, neurologo di Ferrara, metodo che negli anni scorsi ha creato tantissime speranze fra gli ammalati. L’affermazione viene fuori dallo studio Cosmo, commissionato dall’associazione Aism, i cui risultati sono stati presentati a Sassari per tutta la Sardegna. All’assemblea, che si è tenuta domenica scorsa hanno partecipato un centinaio di persone interessate a vario titolo ad avere preziose informazioni sulle prospettive di cura di una malattia progressiva che, soprattutto in Sardegna, colpisce molte persone in forma grave.

Tra i relatori uno dei principali “investigatori” dello studio, ovvero Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento di Neurologia e Istituto di Neurologia sperimentale del San Raffaele di Milano. «I dati dimostrano che l’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica non è una patologia legata alla sclerosi multipla. Tanto è vero che si riscontra in percentuali simili anche in soggetti del tutto sani. Già da tempo, peraltro, per una serie di consistenti motivi ampiamente documentati dalle pubblicazioni, la comunità scientifica aveva già escluso l’idea che l’insufficienza venosa potesse essere la causa della sclerosi multipla. Ma – ha proseguito il ricercatore – era rimasta in piedi l’ipotesi che la patologia a carico delle vene potesse avere un ruolo, anche secondario, nella genesi della malattia. Anche questa possibilità oggi viene esclusa dai dati in nostro possesso e perciò non c’è alcun motivo che possa indurre a risolvere l’insufficienza venosa per curare la sclerosi multipla».

Da un lato quindi è stata fatta chiarezza sulle cause, o meglio su ciò che non può essere la causa di questa malattia altamente invalidante, dall’altro crollano le speranze di tante persone che avevano visto nella terapia di Zamboni una possibile via d’uscita dalla sofferenza. In sostanza il medico dell’università di Ferrara aveva concluso, dopo una serie di osservazioni, che il sangue “sporco” in arrivo nel cervello attraverso le vene ostruite dall’insufficienza cerebrospinale poteva avere un ruolo nell’insorgenza della sclerosi multipla, malattia che provoca inabilità motorie di vario genere e che può portare al blocco della deambulazione. Da questo presupposto era stata avviata una procedura di “liberazione” chirurgica delle vene e in diversi casi si erano riscontrati mihglioramenti nelle condizioni del malato. Le ricerche di Zamboni per la verità erano state messe in discussione da subito e le polemiche non erano mancate sia in Italia che all’estero, dove molte persone sono andate per sottoporsi all’intervento. Un pellegrinaggio i cui risultati tuttavia non sono mai stati del tutto chiari. Quel che è certo, come succede in tutti i casi di terapie sperimentali, è l’oscillazione delle testimonianze tra il miracoloso e il devastante per la salute del malato di sclerosi multipla. Adesso, comunque, sulla base degli studi effettuati in materia, il ministero provvederà a bloccare le terapie considerate non pertinenti.

Alla riunione di domenica hanno partecipato molti medici della clinica Neurologica dell’università di Sassari, clinica che segue tutti i casi del territorio: da dati Istat (2007) risulta che i malati di sclerosi multipla nelle province di Sassari e Olbia-Tempio (anche questo territorio è seguito dall’Aou) sono circa 800. Di questi il 64,7 per cento sono donne e il 32, 6 uomini. Il 36,05 per cento sono giovani adulti (fino ai quarant’anni di età) mentre il 63,95 per cento è composto da adulti e anziani (oltre i 40 anni di età). Giulio Rosati, professore emerito nonchè ex direttore della clinica Neurologica, ha moderato la tavola rotonda seguita alle comunicazione nella quale è stato fatto il punto sulle conoscenze relative alla patologia e sulle terapie attualmente a disposizione. Nulla di nuovo, purtroppo sull’individuazione delle cause che generano una così grave malattia.

Naturalmente molte perplesità sulle cure Zamboni erano state espresse sin dall’inizio dai medici che a Sassari seguono i pazienti in un difficile percorso tra miglioramenti dei sintomi, remissioni spontanee della patologia e ricadute. I risultati dello studio in sostanza confermato quella che era praticamente un certezza.

L’Aism nazionale, che ha finanziato il progetto, si esprime dicendo che «il 97 per cento delle persone con sclerosi multipla non ha l’insuffucienza venosa. È chiaro dunque che questa patologia non è legata alla sclerosi. Sulla base dei dati ottenuti dunque non è più necessario sottoporsi agli esami per l’insufficienza venosa, nè tantomeno a interventi chirurgici sulle vene. Per curare la sclerosi multipla – concludono i responsabili dell’Aism – e sconfiggerla, è necessario individuare e percorrere altre strade».




Fonte: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/04/24/news/metodo-zamboni-inutile-per-la-sclerosi-multipla-1.6940444


Sassari. Multiple sclerosis is not associated in any way chronic venous insufficiency. As a result there is less consistency of the scientific method developed by Paolo Zamboni, a neurologist of Ferrara, a method which in recent years has created so many hopes among the sick. The claim comes out of the studio Cosmo, commissioned by Aism, the results of which were presented to Sassari in Sardinia. At the meeting, which was held last Sunday was attended by hundreds of people interested in various ways to have valuable information on the prospects for treatment of a progressive disease that, especially in Sardinia, affects many people in severe form.

Among the speakers were one of the main "investigators" of the study, ie Giancarlo Comi, Director of the Department of Neurology and Institute of Experimental Neurology at the San Raffaele Hospital in Milan. "The data show that chronic cerebro-spinal venous insufficiency is not a disease linked to multiple sclerosis. So much so that there is at similar rates in all healthy subjects. For some time, however, for a number of reasons consistent extensively documented by publications, the scientific community had already rejected the idea that venous insufficiency could be the cause of multiple sclerosis. But - said the researcher - had been standing the hypothesis that the pathology of the veins could have a role, although secondary, in the genesis of the disease. Although this possibility is now excluded from the data in our possession and therefore there is no reason that could lead to solving venous insufficiency to treat multiple sclerosis. "

On one hand, it was made clear on the causes or, rather, what can not be the cause of this highly debilitating disease, the other collapsing the hopes of so many people that they had seen in the treatment of Zamboni a possible way out of the suffering. In essence, the doctor of the University of Ferrara had concluded, after a series of observations, that the blood "dirt" on arrival in the brain through the veins obstructed cerebrospinal insufficiency could have a role in the onset of multiple sclerosis, a disease that causes motor disability of various kinds and which can lead to blockage of ambulation. From this assumption had been initiated a procedure of "liberation" surgery of the veins and in several cases were found mihglioramenti in the patient's condition. Zamboni's research for the truth had been questioned from the start and the controversies were not lacking both in Italy and abroad, where many people have gone for the surgery. A pilgrimage, however, the results of which have never been entirely clear. What is certain, as happens in all cases of experimental therapies, is the oscillation of the testimonies of the miraculous and the devastating to the health of Multiple Sclerosis. Now, however, on the basis of studies carried out in the field, the ministry will block the therapies are not relevant.

At the Sunday meeting was attended by many doctors at the clinic Neurology of the University of Sassari, clinic that follows all cases territory: from ISTAT data (2007) show that people with multiple sclerosis in the provinces of Sassari and Olbia-Tempio (this also territory is followed dall'Aou) are about 800. Of these, 64.7 percent are women and 32, 6 men. The 36.05 per cent are young adults (up to forty years of age) while 63.95 per cent is made up of adults and the elderly (over 40 years of age). Giulio Rosati, Professor Emeritus and former Director of Clinical Neurology, moderated the panel discussion followed in which the communication was made the point on our knowledge of the disease and the treatments currently available. Nothing new, unfortunately, to identify the causes that generate such a serious disease.

Of course many apprehensive wavering on health Zamboni had been expressed from the outset by doctors to patients in Sassari follow a difficult path between improvements in symptoms, spontaneous remissions and relapses of the disease. The results of the study essentially confirmed what was pretty much a certainty.

The national Aism, which funded the project, is expressed by saying that "97 percent of people with multiple sclerosis has no insuffucienza vein. It is therefore clear that this disease is not related to sclerosis. Based on the data obtained, therefore, no longer need to submit to testing for venous insufficiency, nor even to surgical procedures on the veins. To treat multiple sclerosis - to complete the responsible AISM - and defeat it, you need to identify and explore other avenues. 

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