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Cellule staminali: ora si possono ottenere anche dal cervello dei defunti

Articolo del 25 ottobre 2012 preso da http://www.nextme.it/:


Dalla morte la vita, non solo per la possibilità di donare gli organi, ma ora anche perché sarà possibile prelevare cellule dal cervello dei defunti e riprogrammarle come staminali. La ricercaè stata condotta da un gruppo di studiosi del National Institute of Mental Health e del Johns Hopkins Medical Campus (Usa), guidati da Thomas M. Hyde, e potrebbe aprire la strada afuture terapie con cellule staminali.


I morti sono quindi in grado di produrre ancora cellule viventi, che possono a loro volta essere convertite in qualsiasi altro tipo cellula o tessuto del corpo, anche le staminali, con un processo analogo a quello per il quale quest’annoShinya Yamanaka e John Gurdon sono stati insigniti del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia.

In realtà precedenti ricerche avevano già mostrato la possibilità di trasformare in cellule staminali un altro particolare tipo di cellule, dette fibroblasti, prelevate dalla pelle dei cadaveri, utilizzando sostanze chimiche, note come fattori di crescita, collegate con l’attività delle staminali.

Cellule così riprogrammate in staminali pluripotenti potevano poi svilupparsi in una moltitudine di tipi di cellule, inclusi i neuroni presenti nel cervello e nel midollo spinale. Tuttavia, batteri e funghi sulla pelle potevano complicare il processo di coltura usato per la crescita in laboratorio, rendendo l’intero meccanismo difficile da portare a termine.

Ora gli scienziati hanno preso i fibroblasti dagli scalpi e dalle membrane di rivestimento del cervello di 146 donatori, e fatto crescere staminali pluripotenti indotte. “Siamo stati in grado di coltivare cellule viventi di persone decedute su una scala ampia, come mai fatto prima” ha commentato Hyde. Le persone erano decedute fino a quasi due giorni prima che gli scienziati ne prelevassero i tessuti e i loro cadaveri erano stati tenuti al fresco nella camera mortuaria, manon congelati.

I ricercatori hanno inoltre dimostrato che i fibroblasti prelevati dalle membrane di rivestimento del cervello avevano una probabilità di crescere con successo sedici volte più ampia rispetto a quelle del cuoio capelluto, nonostante queste crescano più rapidamente. E questo era previsto, poiché il cuoio capelluto è soggetto a contaminazione batterica e fungina come qualsiasi altra parte della pelle.

Il futuro della ricerca è nello sviluppo di terapie contro malattie del cervello. “Siamo molto interessati a gravi disturbi neuropsichiatrici come la schizofrenia, la malattia bipolare, l’autismo e il ritardo mentale -ha spiegato Hyde- Con la comprensione di quello che non funziona nelle cellule cerebrali di questi individui, potremmo forse aiutarli con questa tecnica”.

Il lavoro è stato pubblicato su PlosOne (Original Article).

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