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Sclerosi multipla, nuove tecniche per indagini precoci delle lesioni cerebrali

Articolo del 2 settembre 2014 preso da www.gonews.it

Scoprire precocemente le alterazioni cerebrali della sclerosi multipla quando ancora sono allo stato microscopico e non rilevabili dalle consuete tecniche di analisi. E’ il risultato a cui apre la strada la ricerca – appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Annals of Neurology - nata dalla collaborazione tra il gruppo di Luca Massacesi dei Dipartimenti di Neuroscienze dell’Università di Firenze e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi e la Translational Neuroradiology Unit del National Institute of Neurological Disorders and Stroke statunitense (NINDS) che fa parte dei National Institutes of Health di Bethesda. I ricercatori hanno applicato nuove tecniche di risonanza magnetica attraverso macchine ad alto campo che sono in grado di rilevare alterazioni cerebrali anche nelle aree che, con le metodiche tradizionali, sembrano ancora sane. Hanno quindi osservato su un modello animale, per la prima volta direttamente, le modalità con cui si formano le lesioni cerebrali tipiche della sclerosi multipla. “Nel cervello di un piccolo primate, affetto da encefalomielite autoimmune sperimentale, le nuove tecniche di risonanza magnetica hanno mostrato un danno della barriera emato-encefalica, cioè segni precoci di infiammazione – spiega Pietro Maggi, giovane dottore di ricerca, unico italiano del team insieme a Massacesi – non visibili con le normali tecniche, che successivamente diventavano lesioni. E questo molte settimane prima della comparsa delle lesioni demielinizzanti stesse. Abbiamo  misurato a  questo fine settimanalmente la permeabilità al mezzo di contrasto, che è un marker  di infiammazione recente”. E proprio grazie alla risonanza magnetica ad alto campo si è osservato anche un elemento ulteriore. “La fase precoce dello sviluppo delle lesioni è caratterizzata dalla presenza di piccole anomalie nodulari, non visibili in vivo con le normali tecniche – aggiunge Maggi -. L’analisi istopatologica ha dimostrato che corrispondono a noduli di linfociti T perivenulari e di microglia attivata nel tessuto circostante, comunemente osservati anche nell’uomo. E’ la prima volta che possono essere collegati alla fase precoce delle lesioni nella sclerosi multipla, cosa che finora non era ancora stata compresa”. La possibilità di rilevare con molto anticipo, tramite tecniche di risonanza magnetica, la formazione dell’infiammazione cerebrale, prima che questa danneggi il tessuto nervoso, apre la strada a nuove strategie terapeutiche e a prevenire farmacologicamente la formazione di danni irreversibili nel tessuto nervoso. “Il lavoro nasce dalla tesi del Dottorato in Neuroscienze dell’Università di Firenze svolta da Pietro Maggi – sottolinea Luca Massacesi – supervisionata congiuntamente da me e dal gruppo che fa capo ad uno dei più avanzati istituti di ricerca neurologica USA, con il quale mi lega una collaborazione pluriennale”. La sclerosi multipla è una malattia del sistema nervoso centrale che rappresenta la più frequente causa di invalidità tra i giovani adulti. La malattia è caratterizzata da lesioni infiammatorie e demielinizzanti che si formano nel cervello e nel midollo spinale.


The early detection of multiple sclerosis brain changes when they are still state-microscopic and not detectable by the usual analytical techniques. And 'the result which paves the way for research - just published in the prestigious scientific journal Annals of Neurology - born from the collaboration between the group of Luca Massacesi the Departments of Neurosciences of the University of Florence and the University Hospital Careggi and Translational Neuroradiology Unit of the National Institute of Neurological Disorders and American Stroke (NINDS), part of the National Institutes of Health in Bethesda. Researchers have applied new magnetic resonance techniques through high field machines that are able to detect changes in the brain even in areas which, with the traditional methods, still seem healthy. They then observed on an animal model, for the first time directly, the manner in which are formed the brain lesions typical of multiple sclerosis. "In the brain of a small primate, suffering from experimental autoimmune encephalomyelitis, the new techniques of magnetic resonance imaging showed a loss of blood-brain barrier, ie, early signs of inflammation - explains Pietro Maggi, young research doctor, the only Italian team together to Massacesi - not visible with standard techniques, which later became injury. And this many weeks before the onset of demyelinating lesions themselves. We measured weekly to this end the permeability to the contrast medium, which is a marker of inflammation recent ". And thanks to the high-field magnetic resonance imaging was also observed an additional element. "The early stage of development of the lesions is characterized by the presence of small nodular abnormalities not visible in vivo with the normal techniques - adds Maggi -. Histopathological analysis showed that correspond to nodules perivenulari T lymphocytes and activated microglia in the surrounding tissue, commonly seen in humans. It 's the first time that may be linked to the early stage of lesions in multiple sclerosis, which so far had not yet been understood. "The ability to detect very early, using magnetic resonance techniques, the formation of inflammation of the brain, before it damages the nervous tissue, opens the way to new therapeutic strategies and to pharmacologically prevent the formation of irreversible damage to the nervous tissue. "The work stems from the thesis of the PhD Program in Neuroscience, University of Florence conducted by Pietro Maggi - said Luca Massacesi - supervised jointly by myself and the group headed to one of the most advanced research institutes neurological USA, with which binds me a long-term collaboration. "Multiple sclerosis is a disease of the central nervous system which is the most frequent cause of disability among young adults. The disease is characterized by inflammatory and demyelinating lesions that form in the brain and spinal cord. 

Fonte: Ufficio stampa Università degli Studi di Firenze

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