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CCSVI: conflitto di interesse secondo Zivadinov

Articolo di Matteo Scibilia preso da www.ccsviitalia.org



"Il finanziamento è molto importante, perché tu puoi anche essere il miglior esperto, ma se non hai i soldi per la ricerca non serve a niente. Non ci sono scienziati di successo nel mondo che non siano anche bravi uomini di affari. Per essere un vero scienziato negli Stati Uniti, è necessario disporre di naso per gli affari. Senza quello non sei nessuno", così spiegava Zivadinov in una intervista del 2007. [1]

E Robert Zivadinov di successo se ne intende, visto che è diventato Direttore di uno dei più importanti Centri di Ricerca nel mondo prima dei sui 40 anni.
"Noi siamo un centro che legge i risultati delle risonanze magnetiche per la ricerca clinica multi-centro, il che significa che circa 100 diversi centri in tutto il mondo ci inviano i loro dati di risonanza magnetica per la nostra analisi.
Gli studi e la ricerca vengono effettuati in collaborazione con le più grandi aziende farmaceutiche del mondo, che forniscono finanziamenti massicci per questo tipo di ricerca, e questa è una delle caratteristiche del finanziamento del nostro centro. Al momento collaboriamo con cinque aziende farmaceutiche, per le quali stiamo lavorando su cinque grandi programmi di ricerca clinica".
Zivadinov sottolinea che le aziende farmaceutiche sono in questi ultimi anni particolarmente interessate per la ricerca nel campo della sclerosi multipla. Sino a 2001, dice, queste società erano poche, ma in questo momento [il 2007] sono almeno venti quelle impegnate nella ricerca legata alla sclerosi multipla.

Zivadinov sostiene che il denaro che le aziende farmaceutiche investono nella ricerca sulla sclerosi multipla è quasi uguale a quello speso per la ricerca di tutte le altre patologie neurologiche messe insieme. E questo è dimostrato dal fatto che attualmente ci sono 150 programmi di ricerca clinica su larga scala in tutto il mondo.

Questo veniva affermato nel 2007. In questi anni le cose non possono che essere ancora peggio (o meglio, a seconda dei punti di vista).
Il suo "parlar chiaro" fa capire che ...nulla si fa che Big-Pharma non voglia.
Sia ben chiaro che non mi meraviglio o scandalizzo per questo, così come non mi meraviglio o scandalizzo per quelli che si stanno arricchendo in tutto il mondo gestendo il "nuovo filone" della CCSVI.
Magari ignorando quello che la maggior parte dei pazienti in questi anni ha intuito sulla propria pelle, e cioè che gli interventi di venoplastica per la CCSVI raramente funzionano dopo le prime volte.
D'altronde si sa...business is business!

A maggior ragione non possiamo non guardare con particolare attenzione a quei pochissimi che lo stesso percorso lo stanno seguendo in Italia come esclusivo e completamente gratuito - sia diagnostico che interventistico - Servizio Sanitario Nazionale, non trincerandosi dietro comodi alibi di inesistenti proibizioni ministeriali.


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